La pillola anti-Aids fa molto discutere: prima di tutto non è un’alternativa al preservativo, inoltre non protegge da altre infezioni ed è costosa. Come finirà?
La pillola preventiva contro l’HIV fa discutere per alcuni dettagli che riguardano l’utilizzo, i pro e i contro di questo particolare medicinale. Molte persone l’hanno presa come alternativa al preservativo ma ovviamente non è così. Esperti e rappresentanti delle associazioni dei pazienti hanno specificato che, semmai, si tratta di un’arma in più da utilizzare in particolar modo dai soggetti più a rischio infezione quali transgender, uomini omosessuali, professionisti del sesso e chi usa droghe per endovena. La pillola si chiama PrEP, profilassi pre-esposizione, e prevede la somministrazione di una compressa al giorno di due antivirali (tenofovir e emtricitabina).
I risultati raggiunti sono straordinari: la pillola funziona in oltre il 90 per cento dei casi. “Il problema, però, diventa politico-sanitario quando si passa alla sua utilizzazione nella pratica”, ha affermato Massimo Galli, direttore della Clinica di malattie infettive all’Università di Milano, Ospedale Sacco. I costi in effetti sono molto elevati e, mentre all’estero vengono sostenuti dal sistema sanitario nazionale (come in Francia) oppure rimborsati dalle assicurazioni (come negli Stati Uniti), in Italia la spesa è totalmente a carico dei pazienti e rischia quindi di non essere alla portata delle fasce più umili della popolazione.
Un’altra questione irrisolta è il momento in cui ricorrere alla terapia. La pillola contrasta il contagio da hiv ma non le altre infezioni sessualmente trasmissibili quali gonorrea, virus herpes, papillomavirus, clamidia o candida. Il preservativo, al contrario, protegge anche da queste. La tendenza è quella di utilizzare la pillola “al bisogno”, ovvero quando le occasioni di incontri sessuali si moltiplicano. Altri ne fanno un ingrediente dei party Chem Sex (basati cioè sul mix droghe e sesso), dannosi per la salute ma almeno al riparo dal contagio. Per ottenere le pillole si va on-line: non tutti possono comprarle ma esistono i buying group che le acquistano e, su richiesta, fanno arrivare i farmaci a destinazione di chi li richiede. Provocando così, ovviamente, ulteriori speculazioni.
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