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Muore di meningite a 14 mesi, mamma pubblica le foto choc e spiega perché

Un caso di meningite di qualche tempo fa si aggiunge alla lista delle vittime di questo periodo. La mamma ha voluto pubblicare le foto del suo corpicino privo di vita e poi ha spiegato il motivo.

L’allerta meningite sta preoccupando un numero sempre maggiore di persone (LEGGI ANCHE: MENINGITE, È BOOM DI VACCINI (+130%). MA LA PSICOSI È FONDATA?), soprattutto perché a morire sono persone di ogni età. I bambini sono particolarmente sensibili, a maggior ragione se non sono stati vaccinati. Il caso del piccolo Cayden è avvenuto a Manchester nel 2012 ma la sua mamma – Gaynor McConnell, una donna di 33 anni – ha deciso di pubblicare solo oggi delle foto choc per sensibilizzare l’opinione pubblica intorno a questa malattia così spesso sottovalutata. Gli scatti riprendono gli ultimi istanti di vita del suo piccolo, completamente intubato e morente. Delle immagini forti che non possono assolutamente lasciare indifferenti.

Nonostante siano passati più di quattro anni, la donna non ha certo dimenticato il dolore provato per la scomparsa del figlio. Proprio da questa sofferenza nasce la voglia di condividere le foto e la storia del suo bambino: “Mi fidavo degli specialisti che tenevano in cura il mio bimbo ma istintivamente sapevo che c’era qualcosa di sbagliato”, ha dichiarato al Mirror. Cayden era malato da tempo, affetto da continui raffreddori e infezioni virali, ma i medici continuavano a dire che era tutto sotto controllo e che lo avrebbero curato con degli antibiotici. Il tempo però passava e il bambino non guariva.

Il piccolo era nato con la spina bifida e un cancro alla colonna diagnosticato quando ormai era troppo tardi. Proprio questo ha fatto ammalare Cayden di meningite per ben due volte nella sua breve vita: la prima quando aveva solo 4 mesi, la seconda a 14. Nessun medico era riuscito a diagnosticarla in tempo e la meningite ne ha causato appunto la morte. Dopo 4 anni la Cambridge University NHS Hospitals Foundation Trust ha ammesso la propria responsabilità di fronte alla morte del bambino. Questo ovviamente non sanerà il dolore di mamma Gaynor ma le ha dato la forza per raccontare la sua storia e sensibilizzare tutti i genitori lanciando un messaggio forte e chiaro: questa malattia non va mai presa sotto gamba.

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