La mamma lo faceva dormire a terra, in un bagno sporco della loro casa di Toquerville, nello Utah, Stati Uniti. L’intervento del padre potrebbe salvargli la vita dopo anni di maltrattamenti e abusi.
Tommy – questo il nome di fantasia utilizzato per riferirsi al protagonista della triste vicenda – ha 12 anni ed è stato ritrovato nel bagno di casa sua in condizioni davvero disperate. A scoprirlo e liberarlo è stato suo padre, il quale ha chiamato subito il 911 e ne ha permesso il salvataggio. La polizia non riesce neanche a descrivere le condizioni nelle quali è stato trovato il piccolo: disteso sul pavimento tra le sue stesse feci, poco più di uno scheletro (il suo peso corporeo era pari a quello di un bambino di 2 anni), in un grave stato di malnutrizione. Nella doccia c’erano un paio di scatole di fagioli vuote, probabilmente l’ultimo pasto che il piccolo Tommy aveva consumato.
A ridurlo in queste condizioni è stata sua madre Brandy, arrestata immediatamente nonostante le sue continue dichiarazioni di innocenza. A sua detta era stato il figlio a voler dormire in bagno, non era affatto prigioniero. Lei lo chiudeva a chiave solamente quando usciva per impedirgli di farsi male. Quanto alla malnutrizione, la donna ha detto che gli dava bevande proteiche affinché non dimagrisse troppo. Lo scenario rinvenuto dalle autorità tuttavia dipinge una realtà ben più grave: il bambino era costretto a restare al buio tutto il giorno, visto che l’interruttore della luce era bloccato da diversi strati di nastro adesivo. Nel bagno c’era anche una Webcam, per sorvegliarlo 24 ore su 24.
Tommy ha due fratellini che non vivevano più con lui poiché già affidati ai servizi sociali. I due ragazzini hanno raccontato che la prigionia andava avanti da almeno un anno e che loro non erano più riusciti a parlargli da sei mesi a questa parte, nemmeno attraverso la porta. Ci vorranno almeno 3 settimane prima che Tommy venga dichiarato fuori pericolo mentre a metà gennaio la mamma verrà processata per direttissima e rischierà una condanna a 15 anni. L’intervento del padre è stato fondamentale per fermare questi atroci abusi sul povero dodicenne, trattato come non si dovrebbe fare nemmeno con un animale in gabbia.
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