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Pandoro o panettone? Piccola guida tra calorie, grassi e conservanti

Scegliere se schierarsi dalla parte del pandoro o da quella del panettone è meno arduo di quanto si possa pensare: in cuor proprio ognuno conosce la propria preferenza. Ma quando si parla di calorie, grassi e conservanti il discorso si fa più serio…

Gli italiani non hanno che l’imbarazzo della scelta quando si tratta di dolci natalizi: senza entrare nei meriti delle specialità regionali, a livello più commerciale solitamente ci si divide tra pandoro, panettone e torrone. Mentre quest’ultimo accumuna tutti (al latte, fondente, bianco, gianduia… ad ognuno il suo!), tra i primi due esistono delle vere fazioni contrapposte. Chiaramente uno non esclude l’altro, eppure in fondo la preferenza di ciascuno va da una parte in maniera più spiccata. All’interno di questa battaglia combattuta a suon di zuccheri e canditi, vale la pena inserire la nota più dolente: l’elevatissimo apporto calorico.

Tra calorie, grassi e conservanti, una fetta di pandoro (circa 280 calorie) o di panettone (circa 365 calorie) non passa certo inosservata per il proprio stomaco. La buona notizia è che i gusti più ‘moderni’ – quelli ricchi di creme per esempio – sono molto più dannosi di quelli classici e ‘normali’. Un esempio? Pandoro e panettone con l’aggiunta di crema e cioccolato ha il 5-6 per cento in più di calorie, 15 per cento in più di grassi, 20 per cento in più di grassi saturi, conservanti che altrimenti non ci sarebbero (servono specificatamente per la crema). Un modo per evitare questo ulteriore salasso sarebbe quello di acquistare la versione base dei dolci per poi guarnirla con una crema pasticcera fatta in casa oppure con del cioccolato precedentemente fuso in un pentolino. Ci vorrà qualche minuto in più ma la salute (e la bilancia!) finiranno col ringraziare.

Una curiosità che non tutti conoscono, infine, riguarda le ricette originali di pandoro e panettone: sono scritte addirittura in un decreto datato 22 luglio 2005. In esso vi sono riportati gli ingredienti, la forma e le modalità di preparazione. Se la versione senza glutine può fregiarsi del titolo ufficiale di pandoro e panettone, lo stesso non si può dire per le ricette senza latte, senza uova oppure per quelle dedicate a vegani e diabetici. In quel caso si deve parlare infatti di ‘dolce di Natale’. Come mai un simile trattamento di favore per i consumatori del gluten free? Nessuna beneficenza, solo interessi di mercato: oltre ai celiaci i consumatori che lo preferiscono all’originale sono sempre più numerosi e rappresentano ormai una cospicua minoranza che nessun brand vorrebbe mai trascurare.

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