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Il nuovo farmaco contro la sclerosi funziona: presto arriverà in Italia

La vita di milioni di persone malate di sclerosi multipla potrebbe cambiare: si chiama Ocrelizumab, arriverà in Italia nel giro di pochi mesi ed è un nuovo farmaco che ha dato ottimi esiti.

La sclerosi multipla, detta anche sclerosi a placche, è una malattia che colpisce duramente il sistema nervoso centrale del paziente. Le stime sono decisamente preoccupanti: si ammalano circa 3 milioni di persone al mondo, mezzo milione in Europa e 68mila in Italia, per un totale di 1800 nuovi casi ogni anno. I sintomi sono altamente destabilizzanti e inibiscono le principali attività motorie. Insomma, i malati sono costretti a dipendere dal prossimo e condannati ad aspettative di vita decisamente basse.

La fascia d’età in cui si manifesta più comunemente la sclerosi è quella che va dai 29 ai 33 anni, ma più in generale la malattia può colpire dai 10 ai 59. Questa immensa platea potrebbe ricevere presto un immenso regalo, probabilmente l’unico che desiderino davvero nel profondo: una cura finalmente funzionante. La ricerca ha fatto passi da gigante ed è arrivata ad identificare un farmaco efficace: si tratta dell’Ocrelizumab, sviluppato da Roche. Se n’è cominciato a parlare ad ottobre 2015 e i test hanno dato una lunga sequenza di esiti positivi. A migliorare sono stati sia i pazienti affetti da sclerosi multipla recidivante remittente che quelli afflitti da sclerosi multipla progressiva (in assoluto la più invalidante).

Il segreto del successo dell’Ocrelizumab risiede nella sua composizione: essendo, in gergo, un anticorpo monoclonale umanizzato sperimentale, si lega ai linfociti B (colpevoli dei danni alla mielina e quindi dell’invalidità del malato) ma non alle cellule staminali né a quelle plasmatiche. Così facendo il quadro clinico del paziente migliora senza che vangano compromesse in alcun modo le funzioni svolte dal sistema immunitario. La Roche ha già richiesto l’autorizzazione per introdurre il farmaco sul mercato e anche se in Italia bisognerà aspettare qualche tempo (probabilmente 10-12 mesi) le speranze restano altissime per milioni di persone.

Photo credits Facebook

Raffaella Mazzei

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