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Sangue artificiale per le trasfusioni d’emergenza: arriva il primo successo

La scienza lavora da decenni per creare un sangue sintetico che possa essere utilizzato per le trasfusioni in caso di emergenza. Dopo tanti insuccessi, forse è arrivata la svolta.

ErythroMer è il nome di un progetto che sta segnando una vera svolta in campo medico. A portarlo avanti è un gruppo di scienziati della Washington University School of Medicine di St. Louis, i quali hanno creato il primo sangue artificiale. Questo si presenta in polvere e, dopo essere stato mischiato all’acqua, può essere utilizzato per normalissime trasfusioni. Presentato alla riunione della Società americana di Ematologia di dicembre 2016, la possibilità di poter contare sul prezioso liquido si rivelerebbe fondamentale soprattutto nelle zone di guerra o in caso di catastrofi naturali, dove le trasfusioni sono sempre difficili e mettono a repentaglio la vita delle persone coinvolte.

Il sangue contiene dei globuli rossi artificiali che posseggono le stesse caratteristiche di quelli ‘naturali’, trasportano ossigeno e, soprattutto, sono compatibili con loro. Liofilizzato e conservato a temperatura ambiente, esso diventa facile da trasportare e da utilizzare. Lo conferma Allan Doctor, autore principale dello studio: “È una polvere secca che sembra paprika, può essere conservato in un sacchetto di plastica che un medico si può portare in ambulanza o in uno zaino per oltre un anno. Quando c’è bisogno di usarlo si può riempire il sacchetto con acqua sterile e mescolare e a questo punto il sangue è pronto per essere infuso“. Insomma, una vera rivoluzione che potrebbe salvare milioni di vite umane.

Al momento sono stati conclusi solamente i test sui topi, cominceranno a breve quelli su animali di taglia maggiore ma occorrerà attendere almeno un decennio per l’utilizzo sull’uomo. I dati in ogni caso sono più che incoraggianti, visto che negli ultimi 80 anni era fallito qualsiasi tentativo. Non avendo problemi di disponibilità o compatibilità, il sangue artificiale eviterebbe perdite di tempo preziose. Senza contare che verrebbe superato anche il rischio di infezioni. Sono soprattutto i Paesi in via di sviluppo a sperare nel successo del progetto, ma il suo potenziale coinvolge il mondo intero (LEGGI ANCHE: TERREMOTO NEL REATINO, SERVONO DONAZIONI DI SANGUE: DOVE E COME FARE). L’unico scoglio sarà quello del prezzo: l’augurio è che l’iter della scienza vada a buon fine ma anche che i più bisognosi siano in grado di comprarlo.

Photo credits Pinterest

Raffaella Mazzei

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Raffaella Mazzei

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