Prima era solo una trovata cinematografica creata da Woody Allen, ora invece se ne parla ad un congresso di andrologia. Di che si tratta? Dell’orgasmometro per misurare il piacere delle donne.
‘Il dormiglione’ è un film fantascientifico del 1973 considerata una delle migliori commedie americane di tutti i tempi. Tra i tanti elementi che hanno dato lustro alla pellicola di Woody Allen in molti ricorderanno il celebre ‘orgasmometro’, uno strumento che come dice il nome stesso sarebbe stato in grado di misurare il massimo piacere delle donne. Ebbene, quella che sembrava solo un’idea maliziosa è diventato un vero un e proprio test sviluppato da alcuni andrologi italiani e presentato al XII Congresso Nazionale della Siams (Società Italiana di Andrologia e e Medicina della Sessualità).
Ma in cosa consiste esattamente? Lo ha spiegato Emmanuel A. Jannini, presidente Siams e coordinatore del gruppo di ricerca che si è occupato dell’orgasmometro: “È molto semplice: si tratta di una scala da 1 a 10 che va da nessun tipo di piacere al massimo stato di godimento immaginabile. Sulla falsariga del test per la valutazione del dolore, consente alla donna di fermarsi a riflettere sul suo orgasmo e di indicarne l’intensità su una scala graduata”, ha dichiarato.
Ovviamente si tratta di dati soggettivi visto che non esiste un vero indicatore, tuttavia i dati raccolti su oltre 500 donne hanno mostrato evidenti legami tra problemi di natura sessuale e un punteggio inferiore a 5 nell’orgasmometro. Al di sotto di quella soglia è più frequente riscontrare disagi sessuali. Ma non finisce qui: lo studio ha verificato che il piacere è più intenso nelle donne che provano l’orgasmo con la penetrazione vaginale rispetto a quelle che lo provano soltanto con la stimolazione clitoridea o con entrambe le modalità (LEGGI ANCHE: ORGASMO DONNA VS ORGASMO UOMO: TUTTE (MA PROPRIO TUTTE) LE DIFFERENZE).
Al tempo stesso, meno ci si masturba e maggiore è il piacere provocato dall’orgasmo vaginale, indicando che in fondo chi non conosce del tutto il proprio corpo tende a sovrastimare il piacere e a riflettere di meno. Il discorso è decisamente più ampio e complesso, tuttavia Jannini vuole fissare l’attenzione su un punto in particolare: “Troppo spesso si è parlato, anche a sproposito, di piacere femminile. È arrivato il momento di indagarlo meglio“.
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