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Allevamenti shock: in Italia troppi antibiotici e record di abusi

Ciò che viene somministrato agli animali allevati finisce inevitabilmente sulla tavola degli italiani e, di conseguenza, anche nello stomaco dei consumatori. L’abuso degli antibiotici, quindi, è un grave pericolo per tutti.

L’Italia si è sempre vantata di utilizzare le materie prime migliori, più genuine e più sane per preparare i piatti che rendono celebre la gastronomia dello stivale. Ebbene, alla luce degli ultimi report Ema (European Medicines Agency) portati a galla dall’associazione Ciwf (Compassion in World Farming, la più grande organizzazione internazionale per il benessere degli animali da allevamento), il concetto di ‘sano’ dovrebbe decisamente essere rivisto quando si parla di carne. Nonostante l’allarme già scattato nel 2013, l’Italia si è confermata il terzo maggior utilizzatore di antibiotici dopo Spagna e Cipro, con un dato ben più elevato rispetto alla media europea. Se questa si attesta a 152mg per unità di bestiame, nel 2014 l’uso in Italia è stato addirittura di 359,9. Sì, più del doppio. E nulla sta cambiando anno dopo anno.

La Ciwf Italia è scattata subito sul piede di guerra, lanciando una petizione su change.org e scrivendo direttamente al Ministro Lorenzin. Oltre a lottare per il benessere degli animali, la Onlus vuole sensibilizzare le autorità e l’opinione pubblica affinché si anteponga la salute dei cittadini rispetto ai meri interessi economici. I rischi più grande sono due, uno più preoccupante dell’altro. Prima di tutto, possono aumentare le morti casate dal tumore, il quale provoca già ogni anno oltre 7000 morti solamente in Italia. Il secondo pericolo è quello che i virus diventino sempre più resistenti agli antibiotici e conseguentemente anche immuni al loro effetto (e quindi completamente fuori controllo. GUARDA ANCHE: RICKY TOGNAZZI CIRCONDATO DAI VAMPIRI: CAMPAGNA CONTRO L’ABUSO DI ANTIBIOTICI [VIDEO]).

Di tutti gli antibiotici utilizzati in Italia, ben il 94 per cento viene utilizzato per i trattamenti di massa. Ciò significa che vengono inseriti nei mangimi o nell’acqua somministrata agli animali, affinché sopravvivano fino al momento in cui è fissato il macello. Per evitare un simile abuso basterebbe fare due cose: monitorare il settore attraverso le ricette elettroniche e trattare meglio gli animali, che potrebbero così sopravvivere in modo autonomo nell’allevamento. Ovviamente la legge dei numeri spinge a chiedere sempre più agli animali offrendo in cambio sempre meno, con conseguenze disumane sul loro benessere e sulla salute dei consumatori. Il sasso è stato lanciato, raccoglierlo è più che mai importante.

Photo credits Facebook

Raffaella Mazzei

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Raffaella Mazzei

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