Dopo mesi di preoccupazioni e panico, finalmente il virus Zika comincia a spaventare meno. Alcuni ricercatori hanno trovato l’anticorpo in grado di bloccare tutti i tragici effetti dell’infezione.
Da maggio ad agosto 2016 il virus Zika è stato il protagonista indiscusso delle news di carattere medico. Finite le Olimpiadi di Rio 2016 (messe a rischio proprio dai numerosi così di infezioni che si erano verificati in Brasile), tuttavia, l’infezione ha smesso di essere considerata un ‘caso mediatico’. Ciò non significa, ovviamente, che la Zika sia stata debellata. Al contrario, il Sud America continua ad esserne afflitto e soprattutto continuano a verificarsi tragici legami tra l’epidemia e i casi di microcefalia neonatale (LEGGI ANCHE: ZIKA, PER BAMBINI E ADULTI NON SOLO MICROCEFALIA: MOLTI RISCHI PER IL CERVELLO).
Proprio per questo motivo la ricerca di un vaccino non si è affatto arrestata e la scienza ha proseguito insistentemente nel proprio lavoro. Le notizie che giungono dall’ambiente medico sono decisamente positive: la Vanderbilt University Medical Center e la Washington University School of Medicine hanno trovato il modo di bloccare gli effetti del virus, riducendo drasticamente i pericoli cui potrebbe incorrere il paziente e, nel caso di donne incinte, il feto.
L’elemento risolutore, secondo quanto pubblicato sulla rivista Nature, sarebbe la somministrazione di un particolare anticorpo che non a caso è stato chiamato ZIKV-117. Questo anticorpo blocca l’azione del virus all’interno del corpo e gli impedisce la prolificazione per circa un mese. In questo lasso di tempo il malato può essere sottoposto ad una cura che provvederà alla completa eliminazione dell’infezione, scongiurando del tutto le complicazioni che caratterizzavano l’infezione.
I ricercatori sono arrivati a questa conclusione dopo vari tentativi: sui topi sono state vagliate diverse serie di anticorpi ma solo lo ZIKV-117 è riuscito a legarsi alla perfezione al virus, vincolandolo alle sue molecole ed impedendone così la prolificazione. In altre parole, l’anticorpo riconosce alcune caratteristiche della membrana dello Zika e interviene sulla catena che conduce al suo processo di replica. Il cammino verso la realizzazione di un vaccino è ancora lontana, eppure questa scoperta facilita di molto l’approccio all’infezione e ridà forza alle zone martoriate dell’epidemia.
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