Conoscete i termini ‘loto d’oro’ o ‘gigli d’oro’? Ebbene, nonostante sembrino richiamare qualcosa di etereo e positivo, in realtà si tratta di un’antica tradizione cinese che spingeva le donne a deformare i propri piedi durante l’età dello sviluppo per farli apparire più minuti e affusolati. In realtà i piedi venivano fasciati e alla lunga la pianta si piegava e manteneva una lunghezza compresa tra i 7 e i 12 centimetri. Inutile dire quanto fosse dolorosa (i piedi continuavano a crescere ma lo facevano in modo irregolare, con ossa frastagliate) e pericolosa (spesso si verificavano setticemie, gangrene e perdita di dita). La pratica per fortuna è andata a morire nel XX secolo, eppure alcuni casi sono giunti ai giorni nostri: una donna nel 2011 ancora portava i segni di quell’assurda tradizione ma i dati dimostrano che sia stata l’ultima in assoluto. Ma qual è il motivo di tanto impegno? Ottenere quei piedi garantiva la possibilità di sposare un uomo di ceto più elevato…
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