Che le cellule staminali possano rivelare la vera svolta nel trattamento dell’ictus: un’iniezione sarà in grado di riparare i danni del cervello e permettere un recupero.
Essere colti da un’ictus può rappresentare l’ultimo momento in cui si ha il pieno controllo del proprio corpo e della propria mente. Molte funzionalità possono infatti venir compromesse in modo inesorabile: dal cervello ad un arto, dalle capacità motorie a quelle vocali. Alcuni ricercatori del San Raffaele di Milano sono riusciti a fare degli enormi passi in avanti sotto questo punto di vista e la soluzione potrebbe essere rappresentata da un’iniezione di cellule staminali.
Il Journal of Neuroscience è stato ben lieto di pubblicare i risultati raggiunti finora. A quanto pare è stato dimostrato che un’iniezione di staminali direttamente nel sangue riesce a raggiungere l’area danneggiata del cervello e a produrre una proteina (chiamata ‘fattore di crescita dell’endotelio vascolare”) in grado di velocizzare il processo di recupero. L’elasticità cerebrale riesce ad aumentare, facendo sì che le aree sane siano capaci di supplire ai danni dell’ischemia cerebrale e ridurre l’impatto delle funzioni perse.
Tale recupero ovviamente permetterebbe al paziente di condurre un tenore di vita molto più vicino a quello che si aveva prima dell’ictus (LEGGI ANCHE: CESARE BOCCI E L’ICTUS POST PARTO VINTO DALLA MOGLIE: UN PERICOLO PER MOLTE DONNE). Non è la prima volta che la scienza indaga il legame ictus-cervello-cellule staminali, eppure è la prima volta che si riesce a comprendere il meccanismo che li lega. Il fattore tempo diventa meno importante: la terapia (ancora in via sperimentale), può essere somministrata anche dopo qualche giorno. La vera rivoluzione di questa nuova tecnica, infatti, è la possibilità di intervenire anche a distanza di tempo: in quel momento molte cellule sono in sofferenza ma non ancora morte, il che significa che possono essere recuperate.
Attualmente sono disponibili solo dei farmaci da somministrare al massimo dopo 1-2 ore dall’ischemia. Il fattore tempo è fondamentale, eppure non sempre il malato riesce ad essere assistito immediatamente. I ricercatori del San Raffaele hanno dimostrato che l’iniezione di cellule staminali può riconnettere le vie nervose e addirittura rimuovere alcune sostanze tossiche per i neuroni. Il cammino della sperimentazione è destinata a perseguire ma le aspettative restano decisamente alte.
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