L’intervento aveva infranto diversi limiti etici, eppure il trapianto di pene aveva permesso ad un ragazzo di continuare a vivere una vita normale. Talmente normale che adesso quello stesso ragazzo sta per diventare padre.
Nulla di strano quando si sente parlare di un trapianto di rene, fegato, intestino, polmone o addirittura cuore. La faccenda si complica, tuttavia, quando ad essere trapiantato è l’organo riproduttivo maschile. Finora sono stati effettuati 4 trapianti di pene nel mondo, uno dei quali è toccato ad un giovane sudafricano di 21 anni. Il suo era stato amputato in seguito ad una bruttissima infezione: i medici erano riusciti a salvare solamente 1 centimetro di organo. Poi nel dicembre 2014 l’impianto di un pene nuovo, prelevato da un cadavere. Nonostante sia difficile da digerire, l’operazione aveva permesso al ragazzo di recuperare a pieno le sue funzionalità urologica e sessuale in tempi da record: solamente 3 mesi.
A parlare di questo ‘primo caso’ è il chirurgo di Johannesburg che ha effettuato il trapianto in prima persona, ovvero il dottor André Van Der Merwe. A Venezia, in occasione del Congresso Nazionale della Società italiana di Urologia, il prestigioso ospite ha spiegato le delicate fasi che precedono e seguono il trapianto. Da dicembre 2015 sono stati effettuati altri 3 trapianti e anche in questi casi non sembrano essersi manifestate particolari complicanze. Le notizie sono ancora più positive quando si pensa che quel primo paziente sta addirittura per diventare padre: se le aspettative saranno confermate anche sui trapiantati successivi, si potrebbe risolvere il dramma di tanti uomini nel mondo.
Non deve stupire il fatto che sia proprio l’Africa il continente che più di ogni altro si stia adoperando nell’ambito di una microchirurgia così specialistica: in seguito a circoncisioni eseguite con superficialità in alcune aree sono moltissime le vittime di traumi genitali. Il trapianto potrebbe essere la soluzione al problema, oltre a poter arrivare in soccorso di altri uomini che si trovano ad affrontare un tumore al pene, anomalie genetiche o problemi di altra natura (LEGGI ANCHE: TROPPO VIAGRA, PENE IN CANCRENA: AMPUTATO A UN COLOMBIANO). Alcune tecniche sono ancora da affinare (è difficilissimo saturare vasi e nervi di diametro inferiore ai 2 millimetri, senza contare che i nervi sensoriali sono delicatissimi e si deteriorano facilmente), eppure la lista d’attesa dei pazienti pronti a farsi operare comincia già ad allungarsi.
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