Bruce Springsteen ha cominciato a cantare a 23 anni: ora, a 67 da compiere e con 30 album alle spalle, ha deciso di raccontare gioie e dolori della sua vita. Anche quelle malattie che l’hanno messo alla prova, senza tuttavia minare il suo bisogno di fare musica.
Una certezza: Bruce Springsteen ama fare musica. La fa da una vita e, a quasi 67 anni (li compirà il prossimo 23 settembre), riesce a domare milioni di spettatori con concerti che vanno avanti per almeno 3-4 ore come fosse un vent’enne carico di adrenalina. E dire che nella vita ne ha passare tante: dalla depressione ad un difficile rapporto con il padre, passando per un’operazione alla gola a dir poco delicata. In un’intervista a Vanity Fair, The Boss ha ripercorso tutti questi dolori partendo da una ferma consapevolezza: “Non ho mai pensato di smettere con la musica”.
La depressione è un problema recente: ne ha sofferto soprattutto tra i 60 e i 64 anni. Ciò che l’ha colpito in quel momento è stata l’impossibilità di fuggire: “Ovunque e chiunque tu sia, la malattia non ti lascia mai. Mi sono sempre immaginato la depressione come un’automobile in cui i passeggeri sono tutti i lati della tua personalità. Puoi anche far salire sull’auto un nuovo te, ma il tuo passato non potrà mai uscirne”, ha dichiarato, anticipando che nel suo libro parlerà ampiamente di questo periodo buio dal quale è riuscito ad uscire. In effetti Springsteen ha presentato ufficialmente Born to Run, un’autobiografia che per lui “è stata un occasione per tornare a scavare e raggiungere le radici dei miei problemi e le difficoltà – ma anche delle cose piene di gioia – che mi hanno permesso di mettere in piedi i miei show così come sono oggi”.
Come raccontato dal diretto interessato, la depressione lo preoccupava soprattutto in relazione al rapporto con il padre, il quale ne ha sofferto praticamente per tutta la vita. Doug Springsteen, secondo suo figlio Bruce, era ‘un personaggio alla Bukowski’: lasciò le scuole superiori a causa dell’alcolismo, non riusciva a tenersi un lavoro, picchiava o abbandonava sistematicamente il figlio (al quale non è mai riuscito a dire ‘Ti voglio bene’)… Insomma, certamente non un modello da seguire o dal quale poter ricevere amore.
Infine, il ricordo di quel torpore cronico al fianco sinistro che non gli permetteva di suonare la chitarra: la causa era una vertebra danneggiata. Come intervenire per risolvere il problema? Springsteen ha affrontato un’operazione chirurgica difficilissima durante la quale sono state spostate le sue corde vocali, così da poter sostituire la vertebra. Il recupero è stato lento ma ottimale: dopo 3 mesi senza poter cantare (definiti ‘snervanti’ dal diretto interessato), The Boss è tornato più in forma che mai. Una storia a lieto fine, tutta da leggere in Born to Run a partire dal 27 settembre 2016.
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