Il mondo del fitness ha deciso di andare incontro alla pigrizia (e agli impegni) delle persone: perché non organizzare dei corsi sempre più brevi, su misura per loro? Una domanda però nasce spontanea: i benefici sono gli stessi? Pro e contro della nuova tendenza.
Tra gli impegni di tutti giorni – famiglia-lavoro-casa – e la pigrizia che vince sulla voglia di rimettersi in forma, andare in palestra non è sempre facile. Spesso ciò che manca è la voglia di fare: a chi non è capitato di guardare l’orologio nella speranza che il tempo passasse più in fretta possibile? Eppure, quando si è impegnati in un corso di fitness, lo scorrere dei minuti si fa più lento e faticoso. Per venire incontro a questa necessità le palestre si stanno arricchendo di corsi sempre più brevi.
Alle solite lezioni da 60 minuti si stanno affiancando altre short lessons da 45 o anche 30 minuti. Più intense e dal ritmo incalzante, non sono ammesse perdite di tempo. Ma questa sudata per così dire “breve ma intensa”, ha davvero gli stessi benefici di una lezione normale? Ovviamente ci sono scuole di pensiero differenti e pareri contrastanti.
Il “partito dei favorevoli” sostiene che un corso breve spinge le persone ad andare più spesso ad allenarsi. Si pongono meno scuse e andare in palestra diventa quasi un obbligo morale. Della serie, trovare un alibi è impossibile, quindi si va. Sebbene il peso dell’allenamento sia minore, pochi minuti di sport sono meglio di niente e riservano comunque dei benefici profondi (LEGGI ANCHE: 7 MINUTE WORKOUT: L’ALLENAMENTO CHE IN 7 MINUTI FA DIMAGRIRE E MIGLIORA LA SALUTE). Prima di tutto si bruciano grassi visto che 30 minuti sono un arco di tempo sufficiente per consumare calorie utili a tornare in forma.
Un altro vantaggio è quello di poter riprendere gradualmente: non tutti sono allenati a sufficienza e le short lessons possono rappresentare un ottimo punto per ripartire. Altri ritengono che in questo modo lo sport possa essere tagliato su misura per ciascun individuo. In base alle abitudini personali (come ad esempio la sedentarietà del proprio lavoro) può essere necessaria un’attività fisica meno intensa ma più frequente, senza contare che si può diversificare l’allenamento secondo i propri gusti.
Nel “partito dei contrari” si schierano tutti quelli che considerano altre variabili di pari importanza: per alcune persone poco allenate o con patologie cardiovascolari potrebbe essere deleterio affrontare un allenamento intenso di 30 minuti. Meglio un corso più lungo ma dal ritmo più blando. Inoltre alcuni personal trainer ritengono necessario il riscaldamento e il defaticamento, spesso trascurati nelle short lessons. Tendini e articolazioni potrebbero pagare un duro prezzo, attenzione quindi a cosa si sceglie e a come si procede.
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