I terremotati del Centro Italia hanno bisogno dell’aiuto di tutta la Penisola. Il sindaco di Amatrice ha specificato le priorità: dopo il cibo (ne sta già arrivando tanto) serve danaro. Tutte le info per poter donare.
La corsa alla solidarietà per aiutare i terremotati dell’areatino prosegue a ritmo sostenuto. Oltre all’appello dell’Avis affinché si intensifichino le donazioni di sangue (LEGGI ANCHE: TERREMOTO NEL REATINO, SERVONO DONAZIONI DI SANGUE: DOVE E COME FARE) la Protezione Civile nazionale ha attivato un numero solidale attraverso il quale donare soldi per i terremotati. Con la collaborazione delle maggiori compagnie telefoniche si può mandare un sms al numero 45500. Un’altra raccolta fondi è stata avviata dalla Croce Rossa attraverso il sito www.cri.it direttamente nella loro homepage, altrimenti si può donare attraverso l’iban IT40F062300320400030631681 ricorrendo alla causale “Terremoto Centro Italia”. Sempre ad opera della Cri ci sono il numero telefonico 06 5510 e l’indirizzo e-mail aiuti@cri.it dedicati entrambi al servizio donazioni.
Oltre al danaro è utile donare anche cibo, abiti e medicinali. Prima di tutto c’è richiesta di latte per i bambini, scatolame con cui alimentare la popolazione in questo momento di difficoltà e medicinali per soccorrere i feriti. I punti raccolta sono molti in tutte le città della penisola, è sufficiente cercare quello più vicino alla propria abitazione. Le varie associazioni di volontari possono poi dare il proprio contributo in prima linea contattando le autorità locali per concordare le modalità dell’intervento.
Ma tra i tanti aiuti che si possono dare, qual è prioritario rispetto agli altri? Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, ha rilasciato dichiarazioni oneste e pragmatiche a Radio Cusano Campus: “A costo di essere sfacciato, voglio essere sincero. Di generi alimentari ne stanno arrivando tantissimi, c’è il rischio che il cibo vada sprecato e questo non deve accadere. In questo momento, oltre alla solidarietà umana, e ce n’è tanta, di contributi economici. Qui non c’è più niente. Bisogna pensare alla ricostruzione, ad Amatrice servono soldi, non c’è più un’attività commerciale, non c’è più niente. Servono soldi”.
E il sindaco, che tra le tante attività svolte è anche un allenatore di calcio, ha promesso che continuerà a tenere vivo l’interesse dell’Italia sulla vicenda: “Il nostro cuore è spezzato, pensiamo a tutti quelli che qui hanno investito, con passione, sia politica che economica, e poi in dieci secondi hanno visto svanire tutto. Ma nessuna notte è tanto lunga da poter impedire al sole di risorgere. Per questo lo dico a voce alta, risorgeremo. Sono un uomo di montagna, non permetterò che su di noi si spengano i riflettori”. (GUARDA ANCHE: IL TERREMOTO DEL DOLORE: LA SCOSSA 6.0 CHE HA CAMBIATO IL VOLTO DEL CENTRO ITALIA [VIDEO])
Numeri utili dei principali punti di raccolta:
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