In un periodo storico in cui l’attenzione all’ambiente è diventata prioritaria in ogni ambito socio-economico, le indagini sulla sostenibilità dei prodotti alimentari sono utili a comprendere quali di questi abbiano un impatto ambientale ridotto rispetto ad altri appartenenti alla stessa tipologia.
La produzione di olio di palma, ad esempio, è in continua crescita: la sua maggiore produttività rispetto agli altri oli vegetali lo rendono un prodotto fondamentale e fortemente impiegato nell’industria alimentare nostrana, eppure, secondo i criteri dell’Unione Italiana per l’Olio di Palma Sostenibile, entro il 2020 tutte le aziende utilizzatrici di olio di palma aderenti all’Unione stessa utilizzeranno una produzione sostenibile al 100%.
Ma quali caratteristiche deve avere l’olio vegetale di palma per ottenere la certificazione di sostenibilità?
Le sue origini devono essere anzitutto conosciute e quindi tracciabili. Deve essere inoltre prodotto nel rispetto degli ecosistemi, con pratiche atte a preservare le foreste ad alto valore di carbonio e le torbiere. L’olio deve proteggere i diritti dei lavoratori, le popolazioni e le comunità locali e promuovere lo sviluppo de piccoli lavoratori indipendenti.
Uniti nell’impegno comune di ottenere un prodotto che sia totalmente sostenibile e adeguato ai migliori standard disponibili, i membri puntano ad utilizzare esclusivamente olio di palma certificato RSPO (La Roundtable on Sustainable Palm Oil, fondata nel 2004 per gestire le problematiche ambientali e sociali relative alla produzione dell’olio di palma).
L’obbiettivo, del resto, è ragionevolmente raggiungibile: la palma da olio, infatti, ha una resa elevatissima rispetto alla colza, al girasole e alla soia: in “soli” 17 milioni di ettari di terreno, infatti, fornisce il 35% del fabbisogno mondiale di olio vegetale. Per fare un esempio pratico: la soia garantisce appena il 27% del fabbisogno globale, pur “occupando” ben 111 milioni di ettari. L’olio di palma, quindi, sembra non essere più nocivo o dannoso per l’ambiente di quanto non lo sia un qualunque altro olio vegetale, secondo i dati ufficiali.
È necessario però, perché rimanga tale, acquistare olio di palma certificato sostenibile per continuare a garantire e sostenere la tutela del territorio e il rispetto dell’ambiente e della comunità.
Recentemente anche WWF Italia si è espresso in merito all’argomento, invitando i consumatori a non boicottare l’olio di palma per evitare di favorire oli vegetali alternativi con un maggiore impatto ambientale, ma piuttosto a chiedere ai marchi di riferimento di approvvigionarsi con olio certificato sostenibile.
Alcune fonti utilizzate per la realizzazione del contenuto:
www.oliodipalmasostenibile.it
rspo.org
wwf.it
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