Tingersi i capelli è una pratica irrinunciabile per le donne di oggi, ma talvolta le tinture contengono prodotti che possono causare allergie o irritazioni. Vediamo i possibili rimedi.
Sin dall’antichità uomini e donne hanno fatto ricorso a sostanze coloranti per coprire i capelli bianchi o per cambiare il colore naturale dei propri. Il colorante naturale più impiegato è sempre stato l’henné (Lawsonia inermis), tuttora utilizzato nelle sue varianti rosso e biondo. Nel 1883 fu sperimentato il primo colorante sintetico, col brevetto di una miscela di parafenilendiamina (PPD) e perossido di idrogeno. Da allora sono stati sintetizzanti molti altri pigmenti organici e composizioni e l’uso delle tinture a base chimica si è diffuso sempre più, in formulazione temporanea, semipermanente e permanente. Quasi tutti i coloranti permanenti sono tinture per ossidazione, cioè composti che richiedono la miscelazione con un agente ossidante prima dell’uso.
La parafenilendiamina (PPD) è il “colorante intermedio” più utilizzato in quanto dona vivacità e lucentezza alle tinture e conferendo una maggiore resistenza ai lavaggi e dunque garantendo una maggiore durata della colorazione. La PPD è però anche la causa più comune di reazioni cutanee di tipo allergico, sia immediato che ritardato, a tinture per capelli. Anche la resorcina e l’ammoniaca possono provocare reazioni avverse anche molto gravi.
Le principali reazioni alle tinture per capelli possono variare dal semplice arrossamento e prurito della cute e del cuoio capelluto, fino all’edema del volto e delle palpebre e, nei casi più gravi, all’asma e allo shock anafilattico. Le reazioni posso essere immediate o ritardate e comparire al momento dell’applicazione o subito dopo oppure dopo alcune ore o giorni. Il prurito e le reazioni di solito colpiscono prevalentemente il cuoio capelluto, le palpebre, il viso e le mani, ma possono estendersi anche ad altre zone del corpo, soprattutto in caso di reazioni sistemiche.
Per trattare i sintomi di irritazione o reazione allergica, la prima cosa da fare è rivolgersi al proprio medico che saprà consigliare gli opportuni rimedi farmacologici del caso. Per lenire il prurito e il rossore esistono poi dei rimedi naturali molto validi, quali: la peonia, molto utile per alleviare il prurito al cuoio capelluto, perché ricco di principi attivi che donano immediato sollievo, reperibile in erboristeria o in farmacia sotto forma di shampoo o impacco; l’aloe, pianta dalle molteplici virtù, dal grande potere lenitivo, con azione antinfiammatoria e rinfrescante, disponibile in commercio in gel, pomate e shampoo; l’aceto di mele, un rimedio di facile reperibilità e utilizzo, in grado di attenuare il prurito già dalla prima applicazione. Basterà immergere il pettine in una soluzione di acqua ed aceto di mele (1 cucchiaio di aceto per un decilitro di acqua) prima di pettinarsi.
Ma cosa fare, in caso di allergia, a risolvere il problema di come poter continuare a tingere i capelli, dal momento in cui sembra impensabile rinunciare al colore? Esistono alcune valide alternative. È possibile ricorrere a tinture organiche, senza ammoniaca, o a tinture che contengono coloranti temporanei eliminabili col semplice risciacquo, o ancora a tinture vegetali, a base di henné, di indaco o di camomilla, che riescono ad avere un buon risultato tono su tono, ma che tuttavia hanno il limite di non coprire completamente tutti i capelli bianchi.
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