Un’ex pornostar, che per privacy ha preferito nascondersi dietro alla sigla S. K., ha voluto raccontare la propria storia: dai disturbi sessuali alla decisione di abbandonare il mondo del porno.
La storia di S.K. (così ha deciso di farsi chiamare la ragazza) comincia al college, nel Massachusetts, quando ha deciso di cimentarsi nella pornografia. Ciò che l’ha spinta a tuffarsi in questo settore non era la necessità disperata di soldi: semplicemente, era quello che le andava di fare. Di sicuro la sua inibizione e il desiderio di fare sesso partivano da un disturbo vicino alla ninfomania (LEGGI ANCHE: FARE MOLTO SESSO RENDE PIÙ FELICI? LA SCIENZA RISPONDE), visto che farsi guardare nuda e avere rapporti continui con partner (di set) diversi la faceva stare bene e la divertiva tantissimo.
Gli esordi, solitamente complicati per le novizie del settore, non le avevano comportato alcun malessere né imbarazzo. Un talent menager le aveva fatto un piccolo provino, facendole subito levare tutti i vestiti e portandola su un set per realizzare scene dal forte impatto: masturbazione, rapporti lesbo, penetrazione e così via. Nulla turbava S.K. e proprio la sua naturalezza, oltre al look fresco, le avevano fatto scalare rapidamente ogni indice di gradimento.
“Se ti avvicini al porno devi aspettarti di andare in giro nuda e che le persone ti guardino in modo sensuale. Però non so se anche gli altri provavano la stessa lussuria che avevo io in quei momenti“, ha raccontato. Diventare intima con i colleghi era divertente: come molte altre persone, anche lei semplicemente amava fare sesso. L’unico momento delicato era stato quello in cui aveva confessato la propria professione ai genitori. La loro reazione glieli aveva fatti amare ancora di più: si erano dimostrati preziosi e di ampie vedute, non l’avevano giudicata ma avevano cercato di capire se la ragazza stesse bene e i motivi che l’avevano spinta in quella direzione.
Tuttavia dopo due anni qualcosa è cambiato. S.K. ha deciso di non rinnovare il proprio contratto per un motivo semplicissimo: aveva cominciato a sentire il porno come un lavoro e non come un divertimento, evidentemente era scattato qualcosa in lei. Adesso S.K. Continua ad apprezzare la compagnia dei ragazzi ma lo fa in maniere controllata. Non nasconde il proprio passato e alcuni ragazzi le hanno addirittura chiesto di vedere i suoi film porno insieme. La domanda non la scandalizza di certo, ma al tempo stesso nessuna patologia e nessuna libido incontrollata la turba. S.K. si sente libera da qualsiasi schiavitù e si comporta (più o meno) come una normale venticinquenne. Supererà anche i pregiudizi della gente?
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