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Categories: Salute

Diabete: è Made in Italy la cura che sostituisce l’insulina

Chi soffre di diabete non riesce a produrre la quantità di insulina necessaria al corpo. Non esiste una cura definitiva, perciò i malati sono costretti ad iniezioni continue di questo prezioso ormone. La nuova operazione Made in Italy, invece, apre una nuova via.

Il corpo di un malato di diabete ha principalmente un deficit nella produzione di insulina: il suo sistema immunitario riconosce come ‘estranee’ le cellule-beta del pancreas e quindi le distrugge per auto-difendersi. In questo modo non riesce più a produrre la quantità necessaria di insulina, che deve essere iniettata al bisogno per tutto il corso della vita del paziente. La nuova cura sperimentale Made in Italy, tuttavia, apre una via totalmente nuova.

All’Ospedale Niguarda di Milano è stato realizzato un trapianto delle isole pancreatiche su un paziente di 41 anni affetto da diabete sin da quando ne aveva solamente 11. L’obiettivo è quello di rendere il corpo nuovamente autosufficiente, permettendogli di tornare nuovamente a produrre l’insulina senza aggiunte artificiali esterne. Un portavoce dell’ospedale ha fatto sapere che l’operazione è andata a buon fine: il trapianto è riuscito e il malato sta bene.

Luciano De Carlis, direttore della Chirurgia Generale e dei Trapianti del Niguarda, ha spiegato nel dettaglio di cosa si tratta: “Attualmente le cellule insulari vengono infuse nel fegato ma molte di esse non sopravvivono in questo ambiente, a causa di una reazione infiammatoria che ne compromette il funzionamento. […] Con la nuova tecnica, che prevede di iniettare le cellule nell’omento (ovvero nel tessuto che ricopre e protegge gli organi dell’addome, ndr), si è aperta una nuova via.

Si tratta del primo caso in Europa e del quarto al mondo. L’aspetto in assoluto più positivo è lo stato di avanzamento della sperimentazione, che è attualmente operativa e lontana dallo stallo in cui finiscono molte nuove terapie. La tecnica punta a costruire una sorta di nuovo pancreas in miniatura: le cellule di un donatore sano permetteranno anche al paziente diabetico di recuperare quelle funzionalità che erano venute a mancare. Il team italiano del Diabetes Reasearch Insitute (un centro di eccellenza diretto dal professor Camillo Ricordi) aveva operato per la primissima volta a Miami nel 2015 ma i risultati positivi sono continuati ad arrivare: la svolta potrebbe essere davvero a portata di mano per quei 3 milioni di individui che soffrono di diabete solamente in Italia.

Photo credits Facebook

Raffaella Mazzei

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Raffaella Mazzei

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