Quando si parla di terapia d’urto sicuramente si abbracciano questo tipo di proposte: portare il prezzo di un pacchetto di sigarette a 18 euro per far crollare il settore e ovviamente il vizio. La proposta choc attecchirà anche in Italia?
Pacchetti di sigarette a 18 euro l’uno. Un vero sproposito, che metterebbe in difficoltà anche le fasce più abbienti della società (figuriamoci quindi il resto della popolazione). La proposta choc è stata avanzata in Nuova Zelanda per tutelare la salute pubblica e dare una scossa all’intero compartimento. “Si farà prevenzione attiva”, si è detto. L’iniziativa fa parte del programma mondiale Tobacco Endgame, di conseguenza non è escluso che anche l’Italia possa aderirvi in un futuro prossimo.
Il motivo principale di questo ‘terremoto’ è l’inefficacia dei piccoli aumenti esercitati solitamente sul prodotto: 10-20 centesimi in più o in meno non hanno inciso minimamente sul mercato del fumo (LEGGI ANCHE: NUOVE NORME ANTI-FUMO: DAI PACCHETTI ALLE SIGARETTE ELETTRONICHE, COSA CAMBIA?). L’unico effetto che sortiscono puntualmente, come già ampiamente criticato da alcuni esponenti dell’Agenzia Nazionale per la Prevenzione, è quella di incrementare le casse dello Stato (si parla di oltre 13 miliardi di euro provenienti dalle accise sulle sigarette). La cosa buffa è che 8 di quei miliardi vengono spesi proprio per le cure mediche rese necessarie dalle patologie causate dal fumo. In poche parole il classico cane che si morde la coda anche se, facendo un rapido calcolo, lo Stato resta in attivo di 5 miliardi annui…
L’idea di aumentare a dismisura il costo delle sigarette porterebbe le classi più giovani e quelle con reddito più basso a fare a meno del fumo, il quale diventerebbe un lusso riservato a pochi. I dati forniti da altri Paesi che hanno fatto il passo evidenziano un incremento sostanzioso delle accise (pressoché raddoppiate) e al tempo stesso un crollo del parco fumatori (-20 per cento). Da queste considerazioni nasce la lettera aperta mandata da Giacomo Mangiaracina, presidente dell’Agenzia Nazionale per la Prevenzione sopra citato, al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin.
Il contenuto è proprio la proposta di toccare in maniera netta il costo dei singoli pacchetti. In molti hanno definito l’idea come un suicidio e hanno sollevato diversi dubbi, motivati in realtà più dalla paura di perdere quei 5 miliardi di introiti che da altri scopi più nobili. Che strada prenderà l’Italia? Conserverà i propri guadagni o proverà la via impervia intrapresa dalla Nuova Zelanda?
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