Molto amati dagli sportivi i fitness tracker sono diventati un accessorio indispensabile per chi si allena. Ma davvero funzionano correttamente?
Per chi si allena in maniera costante sono diventati pressoché indispensabili. Parliamo dei fitness tracker, ovvero tutti quei dispositivi utilizzati per valutare i dati delle proprie prestazioni nello sport. Questo perché, nonostante abbiano la forma di comuni bracciali, alcuni anche molto trendy, sono in grado di registrare le azioni che compie chi li indossa e DI distinguerne il tipo. Ad esempio, sanno perfettamente se state camminando o correndo e, pertanto, sono in grado di valutare le calorie bruciate per ogni singolo sport praticato.
Alcuni dei più innovativi, inoltre, sono in grado di suggerire la qualità e la quantità delle calorie da ingerire ad ogni pasto, senza contare che misurano la pressione e possono anche interfacciarsi con gli smartphone e offrire in tal modo ulteriori servizi e suggerimenti più approfonditi sullo stile di vita. Anzi, probabilmente, il merito di tanto successo sono proprio le numerose app per la salute che permettono di interfacciarsi direttamente con gli smartphone e spingono gli utenti un po’ pigri ad intraprendere uno stile di vita più salutare e a fare un po’ di movimento.
Eppure, diversi esperti, di recente hanno lanciato un “allarme” su questi oggetti. O, meglio, sulla loro affidabilità. Una ricerca condotta dalla California State Polytechnic University, infatti, ha rilevato i dati di 43 sportivi che si sono offerti di indossare il dispositivo durante i loro allenamenti e li ha poi confrontati con i dati ottenuti con l’ausilio di strumenti professionali. La differenza è stata sensibile: scostamenti fino a 20 battiti ogni minuto nella misurazione della pressione cardiaca.
Di contro c’è anche chi sostiene che anche se non fossero così attendibili, sarebbero comunque utili, perché “riescono a motivare chi li indossa a camminare di più piuttosto che optare per un mezzo pubblico! o a salire le scale invece che prendere l’ascensore, il che soprattutto per chi conduce una vita sedentaria non è cosa da poco. Sarà vero?
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