La vicenda che ha portato alla morte del giovane Domenico ha dell’assurdo: i medici non avevano capito si trattasse di un tumore e ipotizzavano una frattura. Ora per quei due medici potrebbero aprirsi le porte del carcere.
Il caso di Domenico Natale non ha ancora finito di dare i suoi verdetti. La storia cominciò nel luglio del 2013, quando il ragazzo chiese il parere di alcuni medici a causa di un dolore alle ossa. La diagnosi fu clemente: frattura, probabilmente causata da un contrasto di gioco visto che Domenico amava lo sport e giocava a calcetto. Il diretto interessato, tuttavia, non ricordava di aver subìto alcun contrasto e non era affatto convinto del quadro clinico che gli era stato descritto. Nonostante ciò aveva deciso di sottoporsi all’operazione, che ovviamente non aveva risolto la situazione. Solo in un secondo momento si riuscì a svelare il motivo di quei dolori: il ragazzo non aveva nessuna frattura bensì un tumore osseo.
L’operazione, se possibile, aveva peggiorato la situazione: approfittando della diagnosi errata il tumore era esploso e aveva coinvolto una zona sempre più ampia del suo corpo. Amputare la gamba era l’unica via e Domenico dovette rassegnarsi alla sedia a rotelle. Il calvario tuttavia non si era ancora concluso e il giovane piano piano arrivò alla peggiore degli epiloghi: la morte, avvenuta il 30 ottobre 2014.
La tragica vicenda torna ora alla ribalta della cronaca per segnare il destino dei suoi diretti responsabili: i due medici che avevano scambiato il tumore per una frattura. Felice Carsillo e Riccardo Ricci, questi i nomi dei due ‘professionisti‘ della clinica Nuova Itor di Roma in cui tutto era cominciato, rischiano di finire sotto processo. Questa la richiesta del Pubblico Ministero Mario Ardigò, il quale li ha accusati di lesioni e omicidio colposo. Inutile dire che il padre di Domenico, Pino Natale, è dello stesso avviso: “Se non avessero sbagliato, mio figlio sarebbe ancora vivo“, ha dichiarato.
Ovviamente non è possibile dire con certezza se il destino di Domenico sarebbe davvero cambiato oppure no, di certo però il tempo perso e le cure completamente sbagliate hanno reso irrisolvibile una situazione già notevolmente compromessa. Ora toccherà al giudice per l’udienza preliminare decidere se l’accusa sia fondata oppure no, mettendo così un punto a questo ennesimo caso di malasanità.
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