La Giornata Mondiale senza tabacco ha illustrato i rischi del fumo sulla salute e sul… portafogli! Se si ha voglia e forza sufficiente per smettere, che benefici ci sono per il corpo? Ce lo spiegano gli esperti.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità, in collaborazione con la Lega italiana per la lotta contro i tumori, ha promosso la Giornata Mondiale senza tabacco. Per l’occasione sono stati diffusi diversi dati: prima di tutto va notato che negli ultimi anni si è abbassato radicalmente il numero delle persone che smette di fumare. È stato sottolineato anche l’aspetto economico del vizio e il costo delle sigarette è stato espresso in ‘viaggi’: 2 mesi senza potrebbero finanziare una vacanza in Francia o in Spagna, 3 mesi sono sufficienti per andare nel Nord Europa, con 9 si potrebbe addirittura scegliere tra Stati Uniti, Canada e Brasile.
Dal punto di vista della salute, inutile dire che il fumo rappresenta un nemico pericolosissimo: l’80 per cento dei casi di tumore ai polmoni è causato dalle sigarette e si può dire lo stesso anche per il 25 per cento (1 su 4) delle malattie cardiovascolari. In Italia i fumatori sono quasi 11 milioni e il dato che preoccupa di più è l’incidenza delle fasce d’età più giovani: spesso si comincia prima di aver compiuto 15 anni (LEGGI ANCHE: NUOVE NORME ANTI-FUMO: DAI PACCHETTI ALLE SIGARETTE ELETTRONICHE, COSA CAMBIA?).
Se cominciare è facile, smettere è di sicuro molto più difficile. Chi riesce nell’impresa, tuttavia, è ancora in tempo per rimediare ai danni già fatti alla propria salute? La risposta è sì. Anzi, i primi benefici arrivano già dopo i primi 20 minuti: pressione arteriosa, frequenza cardiaca e temperatura di piedi e mani tornano nella norma. Dopo 8-12 ore rientrano nei limiti anche i livelli di monossido di carbonio nel sangue. A quel punto, però, arriva il momento più difficile per i fumatori: la nicotina in circolo diminuisce del 95 per cento e si soffre l’astinenza. Il picco varia da individuo a individuo ma in media avviene 24 ore dopo aver spento l’ultima sigaretta.
Se si riescono a superare questi picchi (destinati a ripresentarsi diverse volte al giorno per il primo mese) la strada verso il pieno recupero è spianata: dopo una settimana denti e gengive recuperano la giusta circolazione sanguigna, dopo 1-2 mesi scompaiono tosse cronica, circolazione, prestazioni sotto sforzo. Dopo 9 mesi spariscono anche congestioni nasali, fatica e i polmoni tornano a beneficiare del filtro costituito dalle ciglia bronchiali. Solamente dopo 5 anni il rischio di sviluppare il diabete torna lo stesso di un non-fumatore, dopo 20 accade lo stesso per il rischio di morte per patologie legate al fumo. L’unica attenzione va rivolta alla bilancia: la rinuncia al fumo porta ad ingrassare di 2-3 chili. Insomma, il cammino è lungo, ma varrebbe la pena cominciare subito.
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