Il virus Zika continua a diffondersi: dal Brasile è già arrivato negli Stati Uniti. Oltre al rischio di microcefalia per i feti, la possibilità di contrarre altre patologie neurologiche è elevata e nemmeno gli adulti sono al sicuro.
Per il virus Zika non si è ancora trovata una soluzione: la campagna preventiva portata avanti dal governo Brasiliano sembra efficace, eppure l’assenza di un vaccino continua a preoccupare notevolmente la popolazione di tutto il mondo. La prima vittima americana ha fatto parlare di sé: un uomo di 70 anni contagiato probabilmente dall’eccessiva vicinanza a Repubblica Dominicana e Isole Vergini. Questo episodio, unito ai numerosi studi che si stanno effettuando in questo periodo, dimostrano un fatto piuttosto preoccupante: il virus non colpisce solamente le donne incinta e non procura solamente microcefalia.
Medici e ricercatori hanno sottolineato la difficoltà di arrivate ad un vaccino in tempi così brevi: occorrono test, anni di ricerca e finanziamenti continui per arrivare ad una soluzione davvero efficace. La Zika si è manifestata solamente da un anno – pur essendo subito salita al grado di ‘emergenza mondiale’ – e di conseguenza la strada da fare è ancora molto lunga. Di positivo, se così si può dire, c’è il metodo di contagio. Un uomo non può trasmetterlo ad altri, occorre la puntura della zanzara. Il problema, però, è che l’arrivo della bella stagione potrebbe facilitare la diffusione dell’insetto anche in Italia.
Le ricerche più recenti hanno evidenziato che il rischio microcefalia per i feti delle donne che si trovano nella prima fase della gravidanza non è l’unico rischio che corrono i bambini. I problemi per il cervello sono numerosi e persino più frequenti della microcefalia, che ha solamente l’1 per cento di possibilità di svilupparsi. La cifra cresce al 20 per cento, però, quando si parla di altri danni neurologici altrettanto gravi (LEGGI ANCHE: ZIKA: IL VIRUS È ASSOCIATO ALLA SINDROME DI GUILLAIN-BARRÉ, PER L’OMS È EMERGENZA GLOBALE). La fase più pericolosa è l’inizio della gravidanza soprattutto perché molte donne non sanno ancora di essere incinte e quindi non prendono le dovute precauzioni. Per quanto riguarda gli adulti, invece, il pericolo viene dal proprio corpo: se avviene il contagio, può innescarsi una reazione autoimmunitaria che procura emorragie interne e morte.
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