Il tumore al seno è un nemico subdolo che può tornare a farsi vivo anche dopo molti anni. Recenti studi hanno provato che senza mastectomia il rischio di recidive aumenta del 13 per cento nelle donne al di sotto dei 45 anni.
Le donne che abbiano già sofferto di tumore non linfonodale alla mammella ma che per curarsi non si siano sottoposte a mastectomia (l’alternativa più comune è la radioterapia) deve tenere sotto stretto controllo la propria salute. Il motivo è stato ampiamente spiegato a Torino durante l’ultimo Congresso Estro (Società Europea di Radioterapia Oncologica): quelle pazienti hanno il 13 per cento di possibilità in più di incappare in recidive a distanza di anni, mentre il rischio di morte aumenta di circa il 66 per cento.
La ricercatrice Tinne Laurberg dell’Università di Aarhus (Danimarca) è stata chiara: “Le pazienti giovani con tumore della mammella in fase iniziale affrontano una difficile scelta tra la mastectomia e l’approccio conservativo. Questo perché non è stato messo sufficientemente in evidenza il fatto che la recidiva locale nel posto dove si è presentato il tumore in fase iniziale può esporre a un rischio maggiore di disseminazione e ad un conseguente rischio aumentato di morte”.
Questo grosso pericolo è legato anche all’età: le donne al di sopra dei 45 anni possono considerarsi fortunate poiché non è stata rilevata nessuna correlazione tra recidiva locale e morte. L’avvertimento ovviamente va preso in seria considerazione pur senza generare per forza inutili allarmismi. Non occorre optare per la mastectomia nel 100 dei cento dei casi (LEGGI ANCHE: VIA IL SENO PER PAURA DI UN TUMORE, IN USA BOOM EFFETTO ANGELINA JOLIE), ma nelle valutazioni va sicuramente introdotto questo studio danese come variabile significativa. Dopo il consulto con il proprio medico, in caso di approccio conservativo, bisogna considerare tutti i rischi ed essere diligenti nel sottoporsi a controlli continui. Prevenzione e interventi fulminei potranno combattere gli scenari che si andranno via via a presentare, nonostante l’arco di tempo in cui si è esposte a rischi sia decisamente ampio: le recidive più pericolose possono presentarsi anche a distanza di 20 anni con una particolare aggressività. L’importante è non abbassare mai la guardia e non partire prevenute nei confronti delle cure che verranno proposte a seconda del caso.
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