Se già il cibo dei fast food di per sé non è il massimo per la salute, la nuova preoccupazione proviene dai contenitori utilizzati. Quantità eccessive di ftalati potrebbero causare danni sia negli adulti che nei bambini.
Mangiare spesso al fast food non è un’abitudine da approvare o incoraggiare e la lista dei motivi è decisamente lunga. D’ora in poi se ne dovrà aggiungere un altro, vista l’accusa arrivata direttamente dalla George Washington University. Il loro studio ha coinvolto poco meno di 9 mila persone, le quali sono state interrogate sul consumo di cibo nelle 24 ore precedenti. Le analisi hanno notato una caratteristica comune a tutti quelli che avevano ammesso di aver mangiato in un fast food (LEGGI ANCHE: MANGIARE AL FAST FOOD SENZA INGRASSARE SI PUÒ: COME?), vale a dire livelli di ftalati più alti del normale.
Gli ftalati sono dei composti organici utilizzati per la costruzione degli imballaggi (ma anche di giocattoli e cosmetici) al fine di renderli piegabili e flessibili. Si fa ricorso ad essi in molti settori, soprattutto durante gli ultimi 40 anni. Propria a causa di un utilizzo crescente sono state fatti molti accertamenti al riguardo e i risultati non sono stati certo rassicuranti. Gli ftalati sono stati collegati a effetti collaterali quali tossicità epatica (con conseguenti danni al fegato), testicolare e riproduttiva. Negli adolescenti si è anche notato un innalzamento della pressione sanguigna. Se gli ftalati entrano in contatto con sostanze oleose o grasse, essi tendono a migrare nel cibo. Ecco spiegato come mai i consumatori dei fast food tendono ad assorbirne in quantità che a lungo andare potrebbero rivelarsi pericolose per la salute.
Per tutti questi motivi l’Unione Europea ne ha consentito un utilizzo che non deve superare lo 0,1 per cento nei giocattoli e nei prodotti destinati all’infanzia: non si vuole correre il rischio che gli ftalati siano ingeriti dai più piccoli. Lo stesso vale per i contenitori di plastica destinati ad un uso alimentare (si tratta della direttiva della Commissione Europea del 30 marzo 2007). Il limite, a quanto dimostrato dalla George Washington University, evidentemente non tutela del tutto i consumatori: non resta che auspicare una pronta correzione dei miliardi di contenitori che ogni giorno finiscono nei vassoi di ogni affollato fast food.
Photo credits Twitter
L'attività sportiva è un elemento chiave per il benessere dei bambini nella fascia di età…
L’infiammazione metabolica rappresenta un fenomeno sempre più rilevante nel contesto delle patologie moderne. Si tratta…
La salute di Papa Francesco ha catturato l'attenzione globale dopo la sua recente diagnosi di…
Il petto escavato, noto anche come pectus excavatum, è un'anomalia congenita che colpisce circa 1…
Sentirsi più tristi durante le ore serali è un fenomeno comune che ha attirato l'attenzione…
L'obesità e il sovrappeso rappresentano una delle sfide sanitarie più gravi del nostro tempo, spesso…