L’attore Cesare Bocci ha raccontato più volte la storia della sua compagna Daniela Spada: un ictus post parto avrebbe dovuto compromettere la sua vita, eppure a distanza di anni la donna è tornata a camminare. Ora quella malattia che colpisce molte donne nelle 6 settimane che seguono il parto è diventata protagonista di un libro.
L’attore Cesare Bocci e la compagna Daniela Spada avevano raccontato la loro storia circa un anno e mezzo fa. A distanza di tempo i due sono tornati sull’argomento poiché hanno deciso di pubblicare un libro, ‘Pesce d’aprile’, che racconta proprio questa difficile esperienza: dopo una settimana dal parto, a 36 anni, Daniela è stata colpita da un ictus. Di corsa all’ospedale, i medici erano decisamente fuori strada e ipotizzavano che alla base del malore ci fosse un litigio o lo stress. Una volta appurata la verità, questa si è rivelata decisamente severa: la donna è andata in coma per 20 giorni e le speranze di recupero erano davvero poche. Dopo il coma, infatti, la donna non ricordava nulla, era in stato di incoscienza e non muoveva affatto le gambe.
Bocci, tuttavia, ammette di aver sempre creduto nella forza della sua compagna di vita: “Dany rimase in coma per venti giorni, poi due mesi in neurologia, infine in una clinica di riabilitazione: all’inizio non riusciva neanche ad alzarsi. Ma, a dispetto di ciò che dicevano i medici, io ero sicuro che si sarebbe ripresa: so che è una combattente”, ha detto.
In effetti ora la donna è tornata a camminare, a sciare (‘ma solo a spazzaneve’, ha precisato in un’intervista a Vanity Fair) e persino a cavalcare. Il passo è incerto, come ritratto nella medesima intervista, eppure la donna può ritenersi una vincitrice nei confronti di quel nemico che le aveva tolto tutto.
L’ictus post parto è una malattia che colpisce molte donne durante le sei settimane che seguono la nascita del bambino: in quel periodo le donne hanno 2,5 possibilità in più del normale di esserne colpite. Non si tratta di una patologia comune, ma nemmeno di un problema inesistente. Cesare bocci e sua moglie Daniela affermano di aver pubblicato il libro non per provocare pietà bensì per dare un esempio di forza e speranza a tutte le coppie che si troveranno nella stessa situazione. Questa patologia mette a dura prova la vita ma si può guarire. Come dicono i diretti interessati, “Non finisce mica il mondo”.
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