Alcuni valori del sangue possono evidenziare il pre-diabete, una fase iniziale che tuttavia può ancora rientrare nei limiti senza sfociare in vero e proprio diabete. L’alimentazione, nella maggior parte dei casi, risolve il problema. L’unica eccezione avviene quando la produzione di glucosio è operata dal fegato: in quel caso nemmeno l’alimentazione più virtuosa può impedire la progressione della malattia.
Il pre-diabete suona un campanello d’allarme per segnalare la propria presenza: nello specifico, si tratta di livelli di glucosio nel sangue superiori alla norma (più alti del normale ma al di sotto dei 126 mg/dl), nonostante non si raggiungano ancora quelli del diabete conclamato. Un altro segnale è dato dalla quantità di insulina che circola nel corpo. Bastano delle analisi per poter avere una visione adeguata del proprio stato di salute. Qualora un piccolo check-up segnali il pre-diabete, non ci si deve preoccupare. Esso, infatti, spesso non si trasforma in diabete e l’emergenza rientra del tutto.
In questi casi non ci si deve certo affidare alla fortuna: piuttosto, bisogna impegnarsi per cambiare in fretta la propria alimentazione. La vera mossa risolutrice è quella di sostituire a tavola i grassi saturi con quelli polinsaturi (cioè contenuti negli oli vegetali e nelle nocciole, solo per fare qualche esempio): questo rallenterà la progressione delle due patologie. A scoprirlo è stata una ricerca condotta dai dietologi del King’s College di Londra. Questi esperti hanno notato che i grassi polinsaturi promuovono l’uptake di glucosio da parte dei recettori insulinici nei muscoli, impedendo così al corpo di alterare ulteriormente i suoi valori. Ecco spiegato come mai il pre-diabete rallenta gradualmente senza arrivare mai ai livelli del diabete conclamato.
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Eppure in alcuni casi potrebbe non bastare nemmeno l’alimentazione più virtuosa. Gli scienziati hanno identificato due diverse cause per il pre-diabete: o è il fegato che produce troppo glucosio, oppure sono i muscoli a consumarne troppo poco. Se il proprio caso rientra nel primo esempio, purtroppo, ci si dovrà rassegnare: il pre-diabete sfocerà nel diabete vero e proprio. Con la seconda causa, al contrario, si può ancora intervenire. La dieta da seguire prevede dosi abbondanti di salmone, sgombro, tonno e cibi di origine vegetale (derivati da mais, olio di girasole o di arachidi). Anche il girovita probabilmente ne trarrà giovamento, visto che si riusciranno a tagliare le calorie assunte semplicemente cambiando qualche ingrediente. Allo stesso tempo, sarà anche il benessere a rallegrarsene: il pre-diabete potrebbe trasformarsi in un ricordo lontano e nemmeno troppo piacevole.
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