Nel corso dei secoli il ruolo della Natura nell’immaginario collettivo si è profondamente evoluto: tutti i giorni siamo circondati di “convenzioni visive” che ci aiutano a percepire ed identificare immagini che definiscono in maniera tangibile tutto ciò che ci circonda. Proprio su questo argomento è basato lo studio di Massimiano Bucchi ed Elena Canadelli, che hanno racchiuso nel volume fotografico “Nature immaginate”, edito da Aboca, tutte quelle immagini che oggi possiamo definire “convenzionali” (la struttura di un atomo, le creature fantastiche della letteratura o gli elementi naturali ricorrenti nella storia dell’arte); un libro che analizza quelle convenzioni visive che tanto ci sono familiari, che hanno fatto la storia e sopravvivono ancora oggi, evolute ma mai immutate, nell’immaginario collettivo: immagini che hanno cambiato il nostro modo di vedere la Natura.
Se in “Nature immaginate” gli elementi sono studiati nel loro contesto di appartenenza, al contrario nel volume fotografico “Naked Plants”, le piante vengono trasformate e trasportate in un limbo, prima di essere fotografate. Angelo Balocco, fotografo e autore del libro, spiega: “Sento di vivere su questa Terra in sintonia con ciascuno dei suoi elementi e la rispetto nelle sue radici più incerte e misteriose. Le piante sanno comunicare in moltissimi modi a noi sconosciuti”.
Ecco perché l’artista ha deciso di decontestualizzare la natura stessa delle piante, privandole delle loro radici e appendendole con fili trasparenti in ambienti neutri, per rendere protagonisti i soli “corpi” e, quindi, umanizzarli: il loro ruolo puramente decorativo e marginale viene in questo modo completamente sovvertito, le piante diventano protagoniste di un diario che percorre un viaggio nelle suggestioni visive di quegli strani corpi sospesi, a volte inquietanti, a volte familiari.
Ecco in che modo Aboca ha deciso di analizzare il molteplice ruolo della Natura nella nostra vita e soprattutto nel nostro immaginario: gli elementi naturali, attraverso le foto, sono tangibili e ci trascinano con empatia alla riscoperta di ciò che troppo spesso diamo per scontato.