È di qualche tempo fa la notizia della biopsia digitale, una nuova frontiera nel campo della medicina che deve la sua creazione ad un gruppo di ricercatori italiani. La loro tecnica permetterà d’ora in poi di guardare nel dettaglio le cellule tumorali, dando modo ai medici di osservare il genoma e tutte le mutazioni del caso, così da trovare la cura più adatta ad ogni singolo paziente. Accanto a questa scoperta che punta tutto sulla precisione (di solito la percentuale di cellule tumorali presenti in una biopsia è troppo ridotta per potersi rivelare davvero affidabile a livello genetico), ce n’è un’altra che punta tutto sulla velocità della diagnosi.
L’ha presentata David Wong, studioso dell’Università della California, in occasione di un convegno dell’Associazione americana per l’avanzamento delle scienze. La Food and Drug administration (l’ente governativo americano che si occupa della regolamentazione degli alimenti e dei medicinali, come dice il nome stesso) sta operando i controlli del caso prima di procedere con l’approvazione ma la portata della scoperta appare davvero rivoluzionaria. Per diagnosticare un tumore sarà sufficiente prelevare un campione di saliva e aspettare 10 minuti. Il kit per effettuare questa operazione è davvero economico: solo 20 euro circa. La praticità del macchinario consente di effettuare l’operazione nel luogo che più si preferisce: nello studio del proprio medico, in farmacia o semplicemente a casa.
Il professor Wong promette la massima efficacia e affidabilità, ma a breve partiranno ulteriori sperimentazioni su pazienti affetti da cancro al polmone. Lo scopo è quello di accertarsi che questa nuova tecnica – ribattezzata “biopsia liquida” – sia in grado di rilevare la presenza del tumore non appena questo muova i primi passi. Al momento le diagnosi sono complesse e necessitano di almeno un paio di settimane (soprattutto quando sono coinvolti organi quali pancreas e polmoni, che attualmente non possono contare su screening precoci). I classici strumenti di monitoraggio dovranno continuare ad esistere, tuttavia il supporto della biopsia liquida permetterebbe di accorciare i tempi e di potersi mobilitare immediatamente, anche dopo una semplice radiografia sospetta. La tecnica di Wong non è l’unica in fase di sperimentazione (c’è anche un progetto italiano chiamato “Cancer-Id”, oltre al ‘setaccio del sangue’ proposto alla fine del 2015), eppure al momento sembra quella più affidabile. Le fasi successive del progetto sapranno confermare o deludere le aspettative nutrite dai pazienti di tutto il mondo.
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