Nutriente ed energizzante con le sue 343 calorie per etto, il grano saraceno è disponibile tutto l’anno ed è un’ottima alternativa al riso, ma è anche il miglior sostituto del grano classico per coloro che sono sensibili al frumento o ad altri cereali perché non contiene glutine. Questa caratteristica rende adatto il consumo sia in chicchi che sotto forma di farina. Dalle tabelle dell’Inran emerge che 100 grammi di grano saraceno contengono 12,4 grammi di proteine, 3,3 grammi di lipidi, 13,1 grammi di acqua e 62,5 grammi di carboidrati. Ma le qualità nutritive non sono finite qui e si riflettono anche sul benessere dell’organismo.
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Un’alimentazione ricca di grano saraceno è collegata a un ridotto rischio di sviluppare colesterolo cattivo e pressione alta. Merito anche del ricco contenuto in flavonoidi, specialmente in rutina, che agisce come antiossidante. In più questo “pseudo cereale” è una buona fonte di magnesio, minerale che rilassa i vasi sanguigni, migliorando il flusso del sangue e quindi l’apporto dei nutrienti ai tessuti, riducendo dunque la pressione sanguigna e andando, di conseguenza, a incentivare il benessere del sistema cardiovascolare. Infine, l’ingrediente controlla i livelli di zucchero nel sangue e riduce il rischio di diabete, come sottolineato da uno studio che ha confrontato l’effetto di grano saraceno e cereali raffinati sulla glicemia. Sembra che l’effetto benefico sulla glicemia sia conseguenza del suo contenuto in magnesio, poiché agisce come cofattore per degli enzimi coinvolti nell’utilizzo del glucosio e della secrezione di insulina, e in D-chiro-inositolo.
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E ancora, secondo uno ricerca pubblicata sul Journal of Gastroenterology, mangiare cibi ricchi di fibre insolubili, quali appunto il grano saraceno, può aiutare le donne a evitare i calcoli biliari. Ci sono anche alcune precauzioni di cui tener conto, perché per quanto sia sicuro e addirittura consigliato per gli adulti, lo stesso non si può dire per i più piccoli: ci potrebbero esservi effetti collaterali (diarrea o cattiva digestione) in caso di ipersensibilità o allergia a questo alimento. Meglio evitarlo, quindi, anche in gravidanza e allattamento.
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