Il corpo delle donne, da vittima di violenza, è diventato una tela per esprimere forza e solidarietà. Questo infatti il punto di partenza di Rory Banwell, una fotografa australiana che ha deciso di immortalare alcune donne seminude per diffondere un messaggio: le vittime delle violenze sessuali non sono mai da colpevolizzare, a prescindere da chi sia l’aggressore e da quale sia il motivo (ammesso che si sia). Le foto sono state condivise su Facebook e su Tumblr allo scopo di raggiungere la più vasta delle platee. Il motivo scatenante ha avuto luogo nel 2014: Rory ha scoperto di essere incinta di una femminuccia e ne ha parlato con amici e vicini di casa: molti di loro, oltre a congratularsi, le hanno detto che era giunto il momento di acquistare una pistola.
L’affermazione ha infastidito moltissimo la fotografa, la quale si è resa conto che questa preoccupazione derivava esclusivamente dal sesso della piccola che portava in grembo e l’ha spinta ad attivarsi per fare qualcosa di ‘forte’. Molte donne hanno raccolto il suo appello e hanno deciso di posare per lei in intimo, con il corpo pieno di scritte e dal notevole impatto visivo: “Nessuno lo merita”, “Non voglio che mia figlia nasca in una società che accetta la violenza sessuale” (Rory stessa ha posato per esprimere questo concetto), “Il matrimonio non è un consenso”, “Tu non hai alcun diritto su di me”, “Rispetta e proteggi”, “No significa no”, “Il silenzio nasconde la violenza” e così via.
Rory aveva visto alcune foto simili scattate da una collega canadese e ha deciso di emularla, personalizzando il messaggio. Alla sua campagna hanno partecipato donne di età e corporatura differenti proprio per sottolineare l’universalità del messaggio. Dopo aver postato su Facebook le sue creazioni non sono tardate ad arrivare molti consensi ma anche alcune critiche (soprattutto da parte di uomini): c’è addirittura chi ha commentato “Allora abortisci” sotto la sua foto o chi ha insultato le altre modelle. Questo testimonia il fatto che il cammino da fare sia ancora molto lungo e complesso. Rory spera di portare le sue foto e il suo messaggio in tutto il mondo organizzando mostre e viaggi. Per questo sta cercando fondi sul sito Go Found Me (lo stesso utilizzato dalla ragazza che per assomigliare a Kylie Jenner si è lasciata sfigurare dalla chirurgia estetica), affinché il progetto continui e si allarghi a macchia d’olio.