Quando emergono fatti incresciosi quali le frodi riguardanti l’olio (il finto ‘extravergine’), il pane al carbone (probabilmente troppo ricco di conservanti: sono tutt’ora in corso degli accertamenti), la passata di pomodoro (con materie prime cinesi avariate), la mozzarella (una su quattro è realizzata con cagliata estera) e il prosciutto (due su tre vengono venduti come italiani ma in realtà provengono da maiali allevati altrove), è l’intero comparto alimentare italiano a venire intaccato tanto a livello di immagine quanto a livello economico (i danni ammontano a diversi miliardi di euro). Per questo Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana e Arezzo, si è espresso con risolutezza: “Purtroppo siamo inconsapevoli consumatori: è davvero ora di dire basta”. Insomma, bisogna riscoprire le eccellenze del territorio senza scegliere la via semplice, ovvero quella delle produzioni a basso costo.
Il più delle volte, infatti, tutto nasce dalla scaltrezza di quei produttori che vogliono spendere meno e guadagnare di più. Come altro combinare le due cose se non penalizzando la qualità o, ancora peggio, truffando i consumatori? Per questo motivo si sono rese necessarie delle attività di contrasto volte a portare a galla ogni lato oscuro, nonché la proposta di nuove leggi più mirate e restrittive. Esattamente in quest’ottica va vista la riforma dei reati in materia agroalimentare proposta da Coldiretti: gli inganni del finto made in Italy devono essere svelati ad uno ad uno e puniti severamente.
È ancora Marcelli a precisare l’impegno di Coldiretti e la voglia di arrivare ad una tolleranza zero per questi reati, i quali vanno perseguitati “con un sistema punitivo adeguato come opportunamente previsto dalla proposta di riforma delle norme […] presentata al Ministro della Giustizia Andrea Orlando”. Insomma, la Coldiretti si è schierata apertamente in difesa dei consumatori e ciò rappresenta un primo passo in avanti: non resta che vedere cosa ne penserà il Ministero e il Parlamento. I progetti in piedi sono molti: Campagna Amica per garantire una maggiore conoscenza dei prodotti e la lotta alle cosiddette Agromafie sono solo due esempi. Ma il cammino per la piena tutela del consumatore è ancora lunga.
Foto: Twitter
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