L’ultima puntata di Presa Diretta ha dato spazio ad un tema a dir poco controverso, ovvero l’aborto e la pillola del giorno dopo. Pur trattandosi di due cose estremamente diverse (la pillola del giorno dopo non è un farmaco abortivo), esse sono accumunate da un aspetto comune: in Italia sono legali, tuttavia vengono praticate da una percentuale bassissima di medici e farmacisti. Gli obiettori rappresentano infatti una netta maggioranza e rendono la vita difficile a qualsiasi donne abbia la necessità di usufruire dell’una o dell’altro. Per avere un’idea più chiara della situazione è sufficiente fare una panoramica dei dati che sono stati raccolti regione per regione: il record va al Molise in cui il 93,3 per cento dei medici sono obiettori, la Basilicata raggiunge il 90 per cento, in Sicilia l’87,6, in Puglia l’86, in l’82, in Calabria il 73, nelle Marche il 68,8. Sardegna e Valle D’Aosta sono le uniche due regioni a scendere sotto il 50 per cento (rispettivamente 49,7 e 13,3), mentre le altre superano tutte la soglia della maggioranza (a Bolzano si arriva addirittura al 92,8 per cento).
Il servizio ha sottolineato il fatto che, con questi numeri, è difficile – se non impossibile – garantire l’applicazione della Legge 194/78 in materia di tutela sociale della maternità e interruzione della gravidanza. La notizia è approdata addirittura sul New York Times, che ha dedicato un lungo articolo a questa particolare situazione. La pagina ufficiale della trasmissione è diventata in pochi giorni un’arena nella quale si sono alternate le varie fazioni: “Da cattolica praticante sono contraria all’aborto ma sono del parere che una donna abbia il diritto di scegliere e che le si debba garantire la giusta assistenza“, “L’Italia è uno Stato laico, chi obietta vada a lavorare negli ospedali del Vaticano”, “Una battaglia femminile dimenticata nel tempo”, “Gli uomini che si schierano contro l’aborto mi fanno schifo: quanti di loro hanno avuto rapporti senza preoccuparsi dei contraccettivi?”, solo per citare alcuni commenti.
Rispetto a questa situazione c’è ovviamente un rovescio della medaglia persino peggiore: il ricorso a metodi ‘casalinghi’ che mettono a rischio la vita delle donne, aborti clandestini, viaggi all’estero per usufruire di un servizio che dovrebbe essere garantito anche a casa propria. Ovviamente non ci si vuole schierare né a favore né contro l’aborto o della pillola del giorno dopo, ma rispettare la legge e garantire un diritto va ben oltre la semplice opinione. È giusto metterlo in discussione e impedire così ogni libero arbitrio?
Foto: Facebook
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