Tutto e subito. Con i ritmi frenetici di questi anni, la pazienza non è solo la virtù dei forti, è anche quella più rara. Ed è per questo che solitamente si opta per diete lampo che difficilmente funzionano (o comunque non a lungo termine) o allenamenti che promettono faville in pochi minuti per poi rendersi conto che se non c’è una base solida il lavoro fatto è quasi completamente inutile. Nonostante questo anche nel 2016, secondo numerosi sondaggi, le mode fitness più attese sono ancora una volta quelle “mordi e fuggi”. Qual è quella più valida? Secondo gli esperti è il P.H.A. (acronimo per Peripherial Heart Action), ossia un metodo di allenamento specifico per aumentare lo scioglimento del grasso.
Ideato da Chuck Coker pochi anni fa e in breve diventato un must tra gli appassionati di fitness prima in America e poi man mano nel resto del mondo, ad oggi rappresenta il tipo di allenamento più efficace per ottenere una forma fisica ottimale e in tempi stretti. Gli esercizi sono indicati sia per gli uomini che per le donne che hanno bisogno di rimettersi in forma dopo un periodo di inattività, ma chi affronta i primi approcci di un allenamento con i pesi deve fare attenzione perché se non si ha una base solida c’è il rischio di lavorare male e aumentare problemi alla schiena o ad altre giunture.
Il metodo P.H.A. consiste in una successione di due, tre o anche quattro esercizi di pesi, piegamenti, crunch, panca e curl da eseguire in superserie senza riposo fra uno e l’altro. Ogni prova è composta da 8- 15 ripetizioni ed è immediatamente seguita da un’altra che alleni un’area muscolare il più distante possibile (ad esempio quadricipiti e spalle) e poi, senza nessuna pausa, si ripete per 2/3/4/5 volte a seconda della condizione fisica del soggetto e del tipo di allenamento. Questo provoca un’azione benevola periferica del cuore, ha effetto sul sistema cardio-vascolare, una esaltazione dei processi respiratori e una buona tonificazione muscolare. Un recupero di due o tre minuti è ammesso fra una coppia di superserie e l’altra ma mai tra i due esercizi finché non è terminata, a meno che la frequenza cardiaca massima non vada oltre i 140-160 battiti al minuto. Ovviamente l’ideale sarebbe essere seguiti sempre da un istruttore.
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