La guerra siriana non è cosa passata: le bombe continuano ad essere lanciate e molti civili vorrebbero emigrare in cerca della pace e di una nuova vita. L’ex nuotatore della nazionale Ameer Methr era animato esattamente da questi propositi quando ha cominciato ad organizzare il suo piano di fuga: spostarsi verso le coste turche per poi attraversare a nuoto le 4 miglia (ovvero quasi 7 chilometri e mezzo) che lo separavano dalla Grecia e da un’occasione concreta di libertà. A questo scopo si è allenato duramente e ha provato un’impresa che poteva essere immaginata solo da un regista cinematografico. Dopo circa 7 ore Ameer è arrivato a destinazione, come rifugiato politico, armato solo di costume, telefonino e una scheda di memoria con le foto e i ricordi della vita che aveva lasciato per sempre.
Il motivo di un gesto tanto estremo? L’atleta non aveva i soldi per pagare la traversata ai trafficanti. Ma andiamo con ordine: in passato Ameer si era allenato con la nazionale siriana di nuoto a Damasco, poi a maggio ha cominciato ad esercitarsi da solo in Libano. La preparazione è stata intensa, guidata da un allenatore fidato. Allo stesso tempo, Ameer ha studiato le mappe del mar Egeo fin quando non si è sentito pronto. Il suo corpo ha reagito nel migliore dei modi, spinto dai muscoli e dalla forza della disperazione. Una volta ‘sbarcato’ a Samos è stato costretto a camminare per una decina di chilometri, fino a raggiungere il più vicino centro per rifugiati.
Tutto ciò è accaduto a settembre e nel frattempo l’abile nuotatore si è trasferito in Svezia, dove ha deciso di raccontare la sua storia (che ovviamente è subito rimbalzata sui giornali di tutto il mondo, commuovendo per la sua autenticità). A quanto detto da Ameer, la sua impresa non è destinata a restare isolata: “So di altre persone che si stanno preparando, ma ora il mare è troppo freddo”. I rischi restano alti e non tutti, probabilmente, saranno altrettanto bravi e fortunati. Ma d’altronde la traversata con i gommoni non è più sicura e ancora meno lo è restare in Siria. Per una volta il duro allenamento è servito a qualcosa di davvero importante: una medaglia, un record o una forma fisica invidiabile, al confronto, sembrano davvero cose di poco conto.
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