Tra i temi trattati nel corso della Giornata nazionale del Parkinson, promossa sabato 28 novembre dalla Limpe-Dismov (l’Accademia per lo Studio della Malattia di Parkinson e i Disordini del Movimento), grande rilevanza è stata data ai benefici dell’attività fisica che da una parte riduce del 43% il rischio di sviluppare il Parkinson, dall’altra abbassa del 70% il rischio di cadute e incidenti dovuti ai tremori nelle persone già affette da questa malattia. Ultimo, ma non ultimo: migliora nettamente il loro umore, regalando ulteriore forza per combattere. Legato a questa ricerca è stato organizzato un corso all’Irccs Inrca di Ancona, intitolato La danza irlandese come strumento rieducativo della disabilità parkinsoniana.
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Oltre a pazienti, anche fisiatri, neurologi, fisioterapisti, logopedisti e psicologi hanno preso parte in prima persona agli esercizi propedeutici alla danza popolare irlandese: un vero e proprio corso di formazione per rendersi conto dell’effettiva utilità in chiave medica. Il direttore Medicina Riabilitativa dell’Inrca Oriano Mercante ha quindi sottolineato che “il trattamento della malattia di Parkinson è molto cambiato negli ultimi anni. Non esistono delle precise linee guida ma vi sono numerose esperienze in più settori, da quello sportivo a quello ludico, e la danza irlandese si è inserita recentemente in un contesto effettivo di riabilitazione“.
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La prima ricerca internazionale, a cui hanno partecipato quasi mille persone, è stata condotta da Daniele Volpe, direttore medico presso il Centro Parkinson San Giovanni di Dio a Venezia. Da essa emerge che una regolare partecipazione ai corsi di danza può migliorare sensibilmente la mobilità e l’equilibrio, ridurre il numero di cadute e, in generale, migliorare la qualità di vita delle persone affette dal morbo. Il dottor Volpe ha deciso di intraprendere questo studio dopo aver visto, mentre suonava in un pub in Irlanda, “un paziente di Parkinson danzare con notevole equilibrio e fluidità“. Formare gli operatori della riabilitazione nell’impiego di metodi alternativi, ma sempre efficaci, consentirà prossimamente di integrarli con le attività di gruppo già proposte dall’Inrca.
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