Esistono un’infinità di luoghi comuni che darebbero alle donne maggiori difetti rispetto agli uomini. La maggior parte di essi sono stati prontamente smentiti, eppure uno è stato confermato dalla scienza senza possibilità di ricorso: si stratta di quello relativo al senso dell’orientamento. A quanto pare, infatti, gli uomini riescono davvero ad orientarsi meglio rispetto al gentil sesso e il merito va attribuito principalmente al testosterone. È stata la Norwegian University of Science and Technology di Trondheim a verificarlo: dopo aver notato che le donne avevano maggiori difficoltà a portare a termini alcuni compiti all’interno di un labirinto, è stata somministrata loro una goccia di testosterone. Le performance sono migliorate immediatamente.
L’origine di questo gap va ricercato, a quanto spiegato dall’autore della ricerca Carl Pintzka, nell’antichità più remota: “Il senso dell’orientamento nei maschi è più efficace. Semplicemente riescono a raggiungere la meta più velocemente. […] Cambiano le aree del cervello utilizzate: i maschi sfruttano l’ippocampo mentre le donne le zone frontali“. L’ippocampo si rivela più efficace in quanto legato ai punti cardinali e questa differenza strutturale ha alla sua base delle motivazioni evoluzionistiche.
Basta pensare all’uomo primitivo: il maschio andava a caccia mentre le femmine erano delle raccoglitrici. Ecco spiegato, quindi, un altro dilemma del rapporto uomo-donna: quest’ultime sono molto abili nel trovare oggetti a livello locale, al contrario dei loro compagni (che non riescono a trovare nemmeno un paio di calzini nel solito cassetto…). I cervelli si sono evoluti in modo diverso e questo ovviamente si ripercuote tutt’ora. Nell’esperimento condotto in Norvegia gli uomini hanno risolto il 50 per cento di compiti in più e le donne hanno utilizzato metodi di orientamento completamente diversi (e meno efficaci). Incassata la sconfitta, si potrebbe pensare ad una rivincita: stavolta però l’obiettivo deve essere quello di trovare oggetti in uno spazio anche ridotto.
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