Le Feste di Natale e Capodanno sono dietro l’angolo, e si sa, tra i pranzi, i dolci tipici e gli incontri con amici e parenti, si rischia di passarle mangiando in continuazione. In soccorso di tutti coloro che temono di non sapersi controllare al momento di sedersi a tavola arriva la dietologa Carla Lertola, medico specialista in Scienza dell’alimentazione, che vanta una carriera pluridecennale e ha recentemente deciso di tradurre la sua filosofia professionale (e non solo) in un libro intitolato Liberi dalle diete, edito da Mondadori e ora anche in versione eBook. Il titolo potrebbe fuorviare ma è la dottoressa stessa che svela subito cosa sta a significare:
Vuol dire essere liberi dalle diete rigide e punitive che ti costringono a mangiare troppo poco o a cambiare radicalmente il tuo stile di vita, puntando su singoli cibi e scartandone altri. Oppure a dover rinunciare ad andare al ristorante o alle cene con amici: molte diete falliscono perché sono tristi e impraticabili già nel breve o medio termine, e perché ti tagliano fuori dalla socialità. Questi tipi di diete, purtroppo, vanno per la maggiore, ma appena raggiunta la fase di mantenimento si riprendono tutti i chili con gli interessi. Io la paragono all’amore: la fase dell’innamoramento è piena di entusiasmo, poi arriva quella che si regge sulla conoscenza e sulla stima e se non ci sono le basi non può reggere.
Secondo lei quindi passione e conoscenza sono le parole chiave anche per quanto riguarda l’alimentazione?
Assolutamente sì. Ogni regime alimentare deve seguire lo stile di vita di chi lo affronta e per gestirlo con successo bisogna che trovi riscontro nelle passioni di ognuno. Per esempio a ogni dieta va associata l’attività fisica, ma non deve essere mai una costrizione. C’è a chi piace passeggiare, chi preferisce la palestra e chi ancora gioca a calcio con gli amici la sera. Ognuno dev’essere libero di scegliere perché i divieti sono controproducenti. Così è per il cibo, dove il presupposto per trovare la costanza giusta è quello di non dover evitare a prescindere alimenti specifici. Le regole ci sono, i divieti no.
Come è nata l’idea del suo libro?
Dall’esperienza con i miei pazienti. Con l’aiuto del giornalista esperto di salute e cultore della buona tavola Alessandro Pellizzari e dallo chef-biologo Fiorenzo Frumento, che mette nella sua arte la scienza della nutrizione, volevo cercare di divulgare il mio metodo partendo proprio dalle storie di chi ho conosciuto e per questo può essere utile per ogni occasione e per ogni tipologia di persone, da chi è sovrappeso e vuol dimagrire a chi non riesce a mantenere la forma. Partendo dal presupposto che la relazione con il cibo è la più duratura che le persone hanno nella loro vita, dato che ci accompagna dal primo all’ultimo respiro, l’educazione alla buona tavola è fondamentale.
Un capitolo è dedicato al Natale: come combattere quello che è considerato il periodo nero della linea?
Seguendo i miei consigli e le ricette spiegate passo passo. Per esempio nel libro suggerisco un menu alternativo ma ugualmente gustoso con l’insalata genovese al posto di quella russa, oppure il buonissimo petto di faraona allo zenzero invece che il cappone ripieno. Molti si stupiranno perché non sanno che il panettone con gelatina di mandarino può essere un alleato della linea se messo a confronto con il pandoro. Con piccoli accorgimenti e approfittando della ricchissima dieta mediterranea su cui abbiamo la fortuna di poter contare, si può servire a tavola una cena salutare e perfino più prelibata, con un risparmio di oltre il 70% delle calorie.
Ci sarà un seguito alla guida alimentare da lei scritta?
Per ora non ci sto pensando perché la mia attenzione è focalizzata su un altro progetto a cui tengo particolarmente, ovvero l’associazione no profit Robin Foood. Si tratta di uno scambio virtuoso fra chi ha troppo e chi ha troppo poco: in anni di pratica clinica, educazione alimentare e divulgazione scientifica ho raggiunto la consapevolezza che occorre fare di più per contrastare il grande spreco di cibo e la pericolosa scarsità dello stesso in certe fasce della popolazione. Ed è questo l’obiettivo della fondazione, nata da pochissimo, ma che spero presto possa far parlare di sé. Bisogna ricordare che il cibo ci dovrebbe accomunare e non dividere, per questo c’è necessità di un equilibrio.
Foto by Facebook