Clare Bowen è nota al pubblico soprattutto per la sua partecipazione alla serie tv Nashville. Non tutti però conoscono la sua infanzia difficile. O meglio, nessuno la conosceva finché l’attrice non ha deciso di fare un passo importante e condividere su Facebook il racconto dei suoi primi anni di vita. A soli 4 anni ha dovuto sottoporsi ad alcuni cicli di chemioterapie poiché le era stato riscontrato un nefroblastoma, ovvero un tumore maligno conosciuto anche col nome di ‘tumore di Wilms’, più frequente nei bambini. Di solito la diagnosi avviene tra i 2 e i 5 anni e questo è proprio quanto accaduto alla Bowen.
La ragazza, che nella serie interpreta la biondissima Scarlett O’Connor, ha deciso di tagliarsi di netto la sua lunga chioma per far passare un messaggio importante: l’aspetto esterno non definisce affatto una persona e le ragazze – soprattutto quelle più giovani – che si trovano ad affrontare questo calvario non devono sentirsi meno femminili solo perché non possono farsi lunghe trecce in stile Rapunzel. L’idea le è venuta leggendo la storia di una bambina che affermava di non essere come le principesse Disney proprio a causa dei suoi capelli. La Bowen ritiene che sia proprio questo il muro da abbattere: sono solo capelli.
L’account Facebook dell’attrice (classe 1984) ha svelato tutti i dettagli di quel capitolo così doloroso della sua vita. Il lieto fine vissuto dalla Bowen lancia un messaggio di speranza oltre che di solidarietà: contro i tumori è possibile lottare (tra le nuove tecniche, il dibattito è acceso sull’adroterapia) e, naturalmente, vincere. La strada è in salita eppure molti ‘inconvenienti’ devono essere ridimensionati. I capelli cadono? Pazienza, sono solo capelli. Questo approccio razionale ed estremamente forte vuole dare coraggio e al tempo stesso portare avanti una certa sensibilizzazione. D’altronde l’attrice sa di cosa parla, visto che ci è già passata. Anche il suo personaggio sul piccolo schermo sta affrontando problemi simili: suo zio deve lottare con un tumore e lei gli sta accanto dandogli amore e supporto. Ma d’altronde quella è la finzione e, si sa, è tutta un’altra storia…
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