La bagna cauda, forse il piatto piemontese più tradizionale e amato, potrebbe essere inserita nella lista dei beni culturali immateriali dell’Umanità dell’Unesco, che ha già riconosciuto altri valori culinari nostrani come la pizza e la dieta mediterranea. La candidatura della ghiotta pietanza del nord Italia è stata anticipata dagli organizzatori del Bagna Cauda Day, la cui terza edizione andrà in scena il 20, 21 e 22 novembre ad Asti. La manifestazione, che vede la partecipazione di oltre 100 ristoranti, locali, cantine storiche e vinerie con una capacità di oltre 12.000 posti, è promossa dalla rivista Astigiani diretta da Sergio Miravalle, il quale ha ricordato che il dossier da presentare all’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura sarà studiato e promosso d’intesa con l’università di Scienze gastronomiche di Pollenzo, in provincia di Cuneo.
La formula dell’evento rimane invariata rispetto lo scorso anno: 25 euro a testa per una abbondante bagna cauda, con verdure crude e cotte a volontà, dolce e caffé, mentre il vino è al prezzo promozionale di 8 euro a bottiglia. Ai commensali sarà data una grande tovaglia in stoffa, illustrata per l’occasione dal pittore canellese Giancarlo Ferraris, chiamato a interpretare il motto “La Cauda è musica”. Alla tradizione si affianca l’innovazione con le novità del 2015, a partire dall’ironico palloncino “soffia e sorridi” che sarà offerto grazie alla collaborazione con la Simply assieme al nuovo Libretto di circolazione che contiene la ricetta, la storia e le testimonianze d’autore della bagna cauda.
Più che una pietanza, la bagna cauda è un rito conviviale che prevede la condivisione del cibo in forma collettiva da parte dei commensali, che lo attingono tutti insieme da un unico recipiente. Per tradizione è una ricetta tipica del periodo della vendemmia, quindi da consumare prevalentemente in autunno ed in inverno. La prima descrizione dettagliata di questo cibo nella sua versione attuale si deve a Roberto Sacchetti e risale al 1875. Si tratta di una sorta di salsa a base d’aglio (leggi come sconfiggere il suo odore) e acciughe dove s’inzuppano le verdure, ed è abbastanza facile da preparare. Tagliare ogni spicchio d’aglio a fettine molto sottili e, dopo averlo asciugato, metterlo in un tegame con il burro a fuoco molto basso fino a che non si sarà sciolto. Aggiungere quindi l’olio, amalgamato con acciughe rosse tagliate a pezzetti. Continuare la cottura sempre a fuoco basso, fino ad ottenere una salsina omogenea di colore marrone chiaro. Le verdure che si utilizzano con la bagna cauda sono essenzialmente crude: cardi, peperoni, cavoli, scarola, indivia, porri, cipollotti lunghi e rape bianche, ma anche mele. Per terminare la salsa si è soliti strapazzare, all’interno del tegamino, delle uova fresche.
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