La mania di fare acquisti rientra ormai a pieno titolo tra le malattie. Tuttavia si tratta di una dipendenza più difficile da diagnosticare rispetto alle altre (quali alcol o droghe). Per questo motivo alcuni ricercatori dell’Università di Bergen hanno creato una vera e propria scala che permette l’individuazione della dipendenza. Non a caso, essa ha preso il nome di Bergen Shopping Addiction Scale: psicologi e operatori d’ora in poi potranno ricorrervi per analizzare più in profondità ogni caso e capire quando si tratta di una vera e propria patologia.
Prima di proporre la propria scala, il team di ricercatori l’ha sottoposta ad oltre 23.000 individui. Lo studio ha permesso di identificare delle caratteristiche comuni ai ‘malati’: predomina il genere femminile, l’età critica è invece la tarda adolescenza (col crescere si diventa più controllati e quasi ‘immuni’). A livello caratteriale, va fatta attenzione soprattutto alle persone più estroverse e a quelle che sviluppano nevrosi anche lievi. D’altronde la tecnologia ha reso sempre più semplice fare acquisti, sia on-line e nei negozi tradizionali, grazie a carte di credito, smartphone e siti che permettono consegna velocissime e resi gratuiti. Inevitabile quindi il dilagare dello shopping compulsivo.
Il test messo a punto dai ricercatori comprende 7 domande, alle quali rispondere con un numero che va da 0 (completamente in disaccordo) a 4 (completamente d’accordo). Assegnare 3 o 4 ad un minimo di 4 domande significa essere malati di shopping nel senso clinico del termine:
- Pensi allo shopping in ogni momento?
- Fai shopping per cambiare il tuo umore?
- Fai così tanto shopping che questo ha un effetto negativo sui tuoi impegni (scuola, lavoro, vita privata)?
- Ti sembra di dover comprare sempre più oggetti per avere la stessa soddisfazione di una volta?
- Hai deciso di fare meno shopping, ma non ci riesci?
- Sei a disagio se per qualche motivo non riesce a fare shopping?
- Fai talmente tanto shopping che questo ha compromesso il tuo benessere?
Foto: Facebook