I ricercatori della scuola di medicina della John Hopkins University hanno scoperto che essere svegliati nel cuore della notte ha effetti peggiori persino rispetto ad un sonno troppo breve(vale a dire al di sotto delle 6 ore). Ciò che fa più male al corpo e alla fase di rigenerazione notturna è il fatto di non immergersi nei vari stadi del sonno: interrompere l’onda significa infatti non riuscire a scendere nella fase più profonda, impedendo quindi un sufficiente riposo. La suddetta fase è caratterizzata da un respiro e un battito cardiaco più lento e cadenzato, una muscolatura completamente rilassata e l’assenza di qualsiasi movimento oculare (proprio da questo aspetto prende il nome di ‘fase rem’).
Lo studio spiega che i soggetti presi in esame, ai quali è stato interrotto il sonno per un periodo prolungato, hanno manifestato evidenti riduzioni di buonumore ed energia. E non finisce qui: le conseguenze arrivano ad influenzare anche le interazioni sociali. Ci si sente infatti meno propensi a familiarizzare con il prossimo, meno amichevoli e decisamente meno simpatici. I responsabili dello studio hanno spiegato i risultati in questi termini: “Sembra che la perdita delle fasi più profonde del sonno (dette anche ‘a onde lente’, ndr) comprometta la capacità di recuperare o stabilizzare le emozioni positive in risposta a fattori di stress. Per questo bisogna fare attenzione non solo alla quantità di sonno ma anche alla sua qualità, combinando questa variabile anche all’umore e alle emozioni”.
In fin dei conti essere svegliato nel cuore della notte non piace a nessuno. La ricerca tuttavia motiva nel dettaglio il disagio che si viene a creare in determinate situazioni, quando purtroppo il corpo deve fare a meno di un pilastro fondamentale del suo benessere: dormire. Attenzione quindi a non sottovalutare il problema: neo-genitori a parte (in quel caso c’è ben poco da fare!), un sonno anche breve ma continuativo è il vero segreto di una vita allegra ed energica.
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