Integratori dietetici: migliaia di persone finiscono al pronto soccorso ogni anno

Studi recenti hanno contato i pazienti che si sono registrati al pronto soccorso a causa di integratori dietetici, prodotti di erboristeria e amminoacidi: il numero si è rivelato spaventosamente alto. I casi sono infatti 20.000 ogni anno solo negli Stati Uniti e la cifra sale esponenzialmente se si considerano anche gli altri Paesi del mondo (tra cui l’Italia). Per questa ragione il New England Journal of Medicine, una rivista inglese molto prestigiosa che si occupa di temi legati al mondo della medicina, sta cercando di sensibilizzare i governi affinché questi integratori vengano maggiormente regolamentati.

Al momento la situazione è piuttosto lassista. Le case produttrici non hanno bisogno di dimostrare né la reale efficacia dei prodotti che immettono sul mercato né assicurare che la loro assunzione non faccia male. Gli studi effettuati in questa occasione sono i più approfonditi mai portati avanti e hanno rivelato una situazione più preoccupante di quanto ci si potesse aspettare. Tra gli ingredienti contenuti negli integratori figurano caffeina, ginseng, guaranà e acido linoleico, i quali spesso provocano palpitazioni cardiache e dolori al petto.

Inserire energizzanti ed integratori nella propria dieta comporta delle complicazioni soprattutto quando esistono delle patologie cardiovascolari pre-esistenti. Non tutti devono quindi preoccuparsi anche se di sicuro bisogna avvicinarsi a questi prodotti con la massima accortezza, visto che a volte oltre al pronto soccorso si arriva anche all’ospedalizzazione del paziente (nel 10 per cento dei casi circa). Il problema principale è l’approssimazione con cui si porta avanti l’intero commercio. Non si vuole certo creare allarmismo, eppure i foglietti illustrativi non specificano le possibili controindicazioni né i casi in cui se ne sconsiglia l’assunzione. Senza contare che molto spesso si ha a che fare con un mix di ingredienti che potrebbe avere qualsiasi tipo di effetto sul proprio corpo. In un simile regime diventa impossibile salvaguardare la salute dei consumatori. Proprio per questo la prima cosa da fare sarebbe quella di regolarizzare il settore e la ricerca è stata portata avanti con questo un unico scopo: sensibilizzare.

Foto: Facebook

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