Disfuzione erettile: la prima app per aiutare i tre milioni di italiani ne soffrono

Il mito degli italiani latin lover è messo a dura prova dai risultati di una recente ricerca secondo cui ben tre milioni di uomini che vivono nella Penisola fanno cilecca sotto le lenzuola. Il vero problema è che solo uno su tre affronta il problema e si informa su possibili cure o terapie. Il restante 66% non percepisce il problema come una malattia, oppure non ha idea di come farlo o preferisce non dare importanza alla questione. Per aiutarli a capire e orientarli arriva la prima App dell’amore: grazie a un semplice test in sei domande, permette di misurare il rischio di soffrire di impotenza, scoprendo se è il caso di chiedere aiuto all’esperto per una diagnosi vera e propria. La nuova applicazione digitale si chiama Disfunzione erettile – Autovalutati ed è stata una delle novità più discusse presentate all’88esimo Congresso nazionale della Siu, la Società italiana di urologia, svoltosi a Riccione.

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Già scaricabile gratuitamente da Google Play e App Store o dal sito www.siu.it, è “uno strumento per una valutazione ripetibile e affidabile, la più rispondente possibile alle reali probabilità di malattia“, come assicura il segretario generale della Siu, Vincenzo Mirone. In più, offre informazioni scientifiche sulla disfuzione erettile, le possibili cause e i farmaci per curarla. Ma non solo, l’app elenca e localizza città per città i circa 300 centri pubblici italiani specializzati ai quali rivolgersi per ricevere diagnosi e terapie. I sei quesiti del test indagano sulla qualità dell’attività sessuale maschile nelle ultime 4 settimane e in particolare sulla durata dell’atto. Dopo aver risposto alle domande viene visualizzato un punteggio da 1 a 30, tradotto poi in un semaforo. Quando il risultato è pari o inferiore a 25 punti l’applicazione suggerisce di consultate il centro di andro-urologia più vicino. Attenzione però: “Non si tratta di una diagnosi bensì di un’indicazione di probabilità che va approfondita nelle sedi opportune.

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L’intenzione non è quella di spingere all’autodiagnosi né tanto meno quella di bypassare il medico: il vero obiettivo è aumentare la consapevolezza di una condizione che può essere molto insidiosa e spesso associata ad altri disturbi sessuali come l’eiaculazione precoce. In più, l’impotenza può essere una spia di malattie organiche che non hanno ancora dato sintomi come ipertensione, diabete, sindrome metabolica o rischi di infarto e ictus. Conoscere e riconoscere l’impotenza, dunque, può anche salvare la vita, per questo far finta di nulla è profondamente sbagliato.

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