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Sonia Bruganelli, moglie di Paolo Bonolis, racconta la malattia della figlia

Sonia Bruganelli e Paolo Bonolis sono genitori felici di tre bambini, Silvia, Davide e Adele. Ma nel crescerli non sono mancate le difficoltà soprattutto con la primogenita, Silvia, nata con una cardiopatia congenita che ha compromesso le sue capacità motorie, costringendola a una lunga terapia riabilitativa che negli anni ha portato ottimi frutti. La malattia della bimba, che ora ha dodici anni, è stata difficile da digerire e ha richiesto particolari attenzioni e numerose visite mediche per capire come comportarsi e i rischi che la piccina poteva correre. La moglie del conduttore si è fatta coraggio e ha rivelato in una toccante intervista rilasciata al Corriere della sera i dubbi e le difficoltà del suo percorso da genitore.

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Le maternità, straordinarie, lo sono tutte. Perché diventare mamma è un’esperienza unica alla quale spesso non si è neanche preparate. Nel mio caso una delle mie tre lo è stata ancora di più. La nostra prima bambina Silvia è nata con una cardiopatia e la mia storia da mamma è iniziata un po’ in salita. Io tendo a essere molto schietta, nel senso che non è augurabile una disabilità ma allo stesso tempo credo che la forza che questi bambini hanno sia una risorsa enorme. Bisogna avere tanta forza, una famiglia grande alle spalle, a volte sacrificare anche gli altri fratelli perché le cose sono un po’ più complicate. La felicità del bambino è la priorità di ogni mamma e questi bambini emanano tantissima gioia, serenità, ci danno forza. È un percorso che non avrei scelto ma se mi dicessero adesso di tornare indietro lo rivivrei così“.

Anche in casi come questo l’informazione risulta fondamentale perché il migliore modo per aiutare il bambino è di trovarsi preparati sul tipo di malattia e sulle terapie. È inoltre necessario avere la certezza che il piccolo sarà curato e seguito nel modo migliore ed è bene considerare che il fattore tempo è un elemento importante nella guarigione. L’origine di tutte le cardiopatie è un’anomalia di formazione e di sviluppo del cuore durante la vita embrionale e fetale tra la seconda e la nona settimana di gestazione ed è bene sottolineare che non dipende in alcun modo della madre e da come è stata portata avanti la gravidanza. Grazie ai recenti progressi della medicina è possibile porre diagnosi durante la vita fetale con un semplice ecocardiogramma fetale. Circa l’80% delle cardiopatie congenite sono scoperte nel primo anno di vita, e circa il 50% nel primo mese, ma nei casi più gravi compromettono le capacità motorie e c’è bisogno di una lunga riabilitazione per far sì che si possa superare l’ostacolo. In più bisogna fare controlli accurati di frequente e adottare un regime alimentare particolare per evitare di stressare il cuore.

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