Conduttore e telecronista tra i più apprezzati dal pubblico, Alessandro Antinelli ha ricevuto il premio giornalistico Piero Dardanello, ha guadagnato l’Oscar dello Sport di Mazara del Vallo come giornalista sportivo dell’anno nel 2014 ed è stato premiato alla rassegna Pulcinellamente 2015 a Sant’Arpino. Dal 2009 voce della nazionale italiana di pallavolo, sport che ha praticato per quindici anni, e inviato a seguito dell’Italia di calcio, è da quest’anno anche il nuovo volto della Domenica sportiva, la storica rubrica della Rai che nel weekend tiene aggiornati i telespettatori su risultati delle squadre del cuore, con curiosità, ospiti e interviste. Questa esperienza è cominciata con qualche problema inatteso però.
È stato senza dubbio un inizio più difficile del previsto, visto che ho subito un distacco della retina e sono stato costretto a operarmi, ma ora inizio a vedere la luce, in tutti i sensi. Diciamo solo che iniziare questa nuova avventura così importante a mezzo servizio è stata una sfida nella sfida. Ma per uno sportivo come me è pane quotidiano.
Che ruolo ha giocato e gioca lo sport nella sua vita?
Fondamentale. Sono un vero “drogato” e non solo per la mia professione. Ho praticato molte attività, pallavolo e beach volley su tutte, ma per tenermi in forma vado appena posso anche in palestra. Quando non sono impegnato nelle trasferte lavorative e sono a Roma, dal martedì al venerdì faccio cardio fitness e pesi subito dopo aver accompagnato le mie figlie a scuola. Un’ora di esercizi per iniziare la giornata lavorativa nel migliore dei modi. A questo combino un regime alimentare più regolare possibile. Pranzo leggero e mai più di tre volte a settimana fuori a cena. Ma anche fosse basta non esagerare, così posso permettermi qualche piccolo vizio. poi un paio di volte a settimana, la sera, mi alleno e gioco ancora a beach volley con gli amici di sempre. Anche se per colpa di questo inconveniente temo dovrò mettere da parte questa passione che mi ha accompagnato per così tanti anni.
A proposito di passioni: lei che conosce grandi atleti come pensa che la vivano in un mondo di professionismo dove la parte economica è così importante?
Penso ci siano due grandi motori che spingono atleti a divenire campioni. Il primo è il puro piacere del gioco e ne sono esempi perfetti Lionel Messi, Francesco Totti e Andrea Pirlo. Persone che starebbero sempre in campo perché si divertono, magari poco inclini all’allenamento, ma se c’è una partita da fare farebbero carte false pur di giocarla. L’altro è la voglia di primeggiare, di essere il numero uno al mondo in quel che si fa. Uno su tutti, Cristiano Ronaldo, sempre il primo ad arrivare a ogni allenamento e l’ultimo ad andarsene, un cultore del fisico, un esempio di rara professionalità e disciplina. Quasi un robot.
Un esperto come lei quale sport pensa sia il più completo?
Devo dire che ho conosciuto di recente il crossfit, anche per merito di mio fratello che è istruttore, e ritengo sia una delle attività più complete perché unifica come pochi altri esercizio muscolare e cardio. E non lo dico perché adesso fa tendenza, ma dopo averlo provato. Certo non è adatto a tutti. Per esempio entrambe le mie figlie fanno danza e ne sono felicissimo, anche se ho provato a spingere la maggiore verso la pallavolo. Il gioco di squadra per eccellenza, dove si dipende sempre dagli altri e a livello sociale è fondamentale. Cito l’allenatore Mauro Berruto dicendo che il volley “insegna come si sta al mondo”.
Per finire non possiamo non chiederle: quale sarà il suo prossimo traguardo?
Ho commentato una gara che è valsa una medaglia olimpica all’Italia di pallavolo, sono stato a bordo campo con la nazionale di calcio per anni e ora conduco La domenica sportiva. Di soddisfazioni ne ho avute tante e sono felicissimo, ma un evento che desidererei presentare c’è: la cerimonia inaugurale delle Olimpiadi. Un traguardo per qualsiasi giornalista sportivo, ma in particolare per me, da appassionato di viaggi e di altre culture, sarebbe un vero e proprio sogno.
La strada che ha intrapreso Alessandro Antinelli è senza dubbio quella giusta e chissà se questo sogno verrà esaudito già con i prossimi giochi olimpici in Brasile del prossimo anno. In quel caso saremmo pronti ad ascoltarlo nuovamente per farci raccontare le sue emozioni.
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