Il 15% degli uomini dopo i 50 anni soffre di prostata ingrossata ed è un problema da non sottovalutare, perché può compromettere anche il normale deflusso dell’urina. Solitamente dipende dalle variazioni ormonali, ma può essere anche conseguenza di un’infezione batterica che causa un’infiammazione e quindi un ingrandimento benigno della ghiandola. Oltre a farmaci in grado di contrastare in parte il gonfiore, l’unico modo per risolvere questo problema quando i sintomi diventano fastidiosi è un piccolo intervento di resezione della ghiandola. Per ora almeno, visto che è stata sperimentata con successo una valida alternativa: si chiama Urolift ed è un intervento mininvasivo che si sta diffondendo anche nel nostro Paese.
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Si tratta di un metodo relativamente semplice e con alcune utili caratteristiche, come ha spiegato Bernardo Rocco dell’unità di urologia della Fondazione Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano: “Con il paziente leggermente sedato si entra nell’uretra attraverso un cistoscopio, quindi si inseriscono speciali “mollette” sulla prostata per stringerne i lobi e ridurre la pressione della ghiandola sul canale urinario. Basta meno di mezz’ora, e nella maggior parte dei casi il paziente può rientrare a casa già in mattinata“. Questo metodo è per molti, ma non per tutti però, come sottolinea il medico: “I candidati ideali hanno una prostata ancora abbastanza piccola, con una forma regolare e l’ostruzione dovuta soltanto alla pressione dei lobi laterali. Se si seleziona bene il paziente da trattare, il sollievo dai disturbi è molto buono; la tecnica non ha grosse controindicazioni e può essere utilizzata anche in soggetti anziani fragili, inoltre non preclude il ricorso successivo alla chirurgia se ce ne fosse bisogno“.
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C’è poi un grande beneficio: mentre il bisturi porta alla mancata uscita del liquido seminale durante i rapporti sessuali, questa tecnica non incide in alcun modo nella capacità eiaculatoria. “La resezione della prostata non lede l’erezione né impedisce i rapporti sessuali, ma per molti la mancata eiaculazione è un cruccio mentre con Urolift non si pone il problema“. L’unico vero neo sono i costi, ancora molto alti. Ogni molletta costa intorno ai 750 euro e spesso se ne devono impiantare tre o quattro. “Va detto però che le altre voci di spesa consentono di risparmiare rispetto alla chirurgia classica: il bisturi comporta un paio d’ore di sala operatoria e quattro o cinque giorni di degenza, con le mollette si rientra a casa in giornata. Inoltre, per il recupero completo servono circa sei mesi dopo la chirurgia, ne bastano tre con Urolift: calcolando perciò i costi diretti e indiretti, la tecnica mininvasiva non è così dispendiosa come appare a prima vista“.
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