Gavettone in favore della Sla: l’Ice Bucket challenge ha raggiunto i 220 milioni di dollari

Migliaia e migliaia di video che mostravano persone provenienti da tutto il mondo intente nell’autoinfliggersi un gavettone hanno invaso la rete a partire da settembre 2014. È nato così l’Ice Bucket challenge: ci si bagnava, ci si filmava e alla fine si nominava la prossima vittima in una catena senza fine. Alla ‘punizione corporea’ seguiva sempre una punizione economica, o meglio una donazione in favore della Sla. Seppure si sia trattato per lo più di donazioni di piccola entità, il numero ha davvero fatto la differenza. A livello globale si è arrivati a raccogliere ben 220 milioni di dollari, di cui 115 consegnati all’americana Als Association. I numeri parlano da soli: si sono triplicati i fondi ricevuti di norma ogni anno.

Questo danaro riempie le casse dei ricercatori e le speranze dei malati. La maggior parte dei casi di Sla dipende dalla proteina disfunzionale TDP-43, che purtroppo rappresenta ancora un grande mistero per gli scienziati. Decenni di ricerca non hanno rivelato granché al riguardo, per questo sarà fondamentale indirizzare le energie con una crescente determinazione. Inutile dire che tale fermezza può provenire solamente dal prosieguo delle donazioni. Jonathan Ling della Johns Hopkins Medicine ha voluto pubblicare un video su YouTube per spiegare a che punto si trova la ricerca e quant’è stato utile il danaro arrivato grazie alla viralità dell’Ice Bucket challenge (i video dei gavettoni sono stati visti da oltre 440 milioni di utenti).

“Negli ultimi dieci anni abbiamo cercato di capire esattamente quello che la TDP-43 sta facendo, e ora penso che lo abbiamo finalmente capito. La parte migliore è che la proteina TDP-43 può essere ‘fissata’ e ciò potrebbe portare, con un po’ di fortuna, alla possibilità di una cura o almeno a un rallentamento di questa terribile malattia”, ha affermato Ling. I ricercatori tuttavia non vogliono illudere nessuno e precisano il fatto che la soluzione sia comunque ben lontana. In questi giorni sta partendo il secondo round della sfida: Renée Zellweger e il Ceo di Microsoft Satya Nadella hanno già cominciato. Inoltre in rete sta circolando l’hashtag #everyaugustuntilacure, ovvero ‘Ogni agosto fino alla cura’: non resta che augurarsi che gli aiuti alla Sla non manchino nemmeno per il 2015 e che l’Italia continui a fare la sua parte.

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