Si attendevano da qualche giorno con ottimismo i risultati della sperimentazione in Guinea del farmaco VSV-Ebov, scoperto dal National Institute of Health canadese e ora sviluppato dalla multinazionale Merck Sharp and Dohme, e il test è andato oltre le più rosee aspettative. “I primi risultati sono promettenti ed entusiasmanti“, ha dichiarato Margaret Chan, direttore dell’Organizzazione mondiale della Sanità, che ha tenuto una conferenza stampa per illustrare i dati ottenuti, aggiungendo “È un punto di svolta nella gestione dell’attuale epidemia di Ebola e nelle eventuali future“. Il vaccino è stato testato su oltre quattromila persone nella Guinea Concry, uno dei Paesi in cui il contagio è stato più alto assieme a Sierra Leone e Guinea, mentre in Italia c’è stato solo un caso confermato.
La rivista scientifica britannica Lancet definisce la terapia addirittura “efficace al 100%” e questo traguardo è reso ancora più significativo perché è stato raggiunto in tempi record, ovvero a un anno dalla sua inoculazione. Il rivoluzionario medicinale otrebbe aiutare a combattere la maggiore epidemia di Ebola mai registrata che finora in Africa Occidentale ha ucciso più di undicimila persone. Nell’ultima settimana, ha annunciato l’Oms, ci sono stati sette nuovi casi di Ebola. Il numero più basso da un anno a questa parte. Tuttavia, l’attenzione sul tema resta altissima. “Anche se questo declino è il benvenuto è presto per dire se continuerà nel tempo anche se le premesse ci sono finalmente: il mondo è sul punto di avere un vaccino per Ebola“, ha affermato con più cautlea Marie-Paule Kieny, assistente del direttore generale dell’Oms.
Bertrand Draguez, direttore medico di Medici Senza Frontiere, in prima linea nella lotta all’Ebola sottolinea con gioia questa vittoria. “L’attuale modalità con cui le epidemie di ebola si manifestano, richiede che tutti gli aspetti della lotta contro la malattia siano portati avanti: il trattamento dei pazienti, isolamento, la ricerca dei casi tra le comunità, le sepolture sicure, la promozione della salute, il supporto psico-sociale e il tracciamento dei contatti. Ma naturalmente, aggiungere uno strumento di prevenzione a questo insieme di attività consentirà di interrompere più velocemente le catene di trasmissione proteggendo le persone che hanno avuto contatti con pazienti infetti e gli operatori che lavorano in prima linea“. Adesso bisogna aspettare nuovi riscontri e intanto tenere incrociate le dita per il vaccino contro la malaria.
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